Danza Folle – Le Pulsioni Down e Up

Abstract

Il presente lavoro intende descrivere le due pulsioni fondamentali, qui denominate rispettivamente Down e Up, responsabili dirette della creazione del Campo Psichico e che caratterizzano la base dinamica della psiche di ciascun individuo.

La Pulsione Down (Push Down – PD) è generata dalla parte epimeteica di noi (Latone), la Pulsione Up (Push Up – PU) da quella prometeica (Rosso) e possono entrambe essere descritte come la manifestazione squisitamente psichica di queste due forze. Questo lavoro, quindi, è un approfondimento specifico della “Teoria dei Campi psichici”.

Coscienza Creatrice, Duale e Individuale

Uno degli aspetti dell’esistenza che è basilare comprendere a fondo è che non esiste differenza fra noi e la Coscienza Creatrice. Questo è vero sia riguardo alla struttura, sia all’azione, tanto che proprio su quest’aspetto si basa la parte del mito che vuole l’uomo creato a immagine e somiglianza del creatore.

Il problema è che a dispetto della sua importanza, questo è un aspetto davvero difficile da comprendere perché è immediatamente legato all’attività di produzione di consapevolezza che, lo ricordo, oltre a essere un’attività esclusiva del Campo Psichico, soffre dell’atroce mascheramento generato dallo stato di sonno strutturale nel quale versa la Coscienza Duale.

Attenzione, ho detto Coscienza Duale, non Individuale. Con ciò affermo che lo stato di sonno è qualcosa che precede l’individuo poiché è qualità che la Coscienza sceglie negli istanti immediatamente successivi al Big Bang. Specifico, quindi, che l’intera virtualità è descrivibile come Coscienza Duale, nel senso che la Coscienza declina se stessa come Dualità manifesta. Ciò permette di affermare, senza alcuna forzatura e/o contraddizione rispetto alle premesse date, che un sasso è Coscienza.

Vorrei qui e a tale proposito, puntualizzare che, in quel che ho appena affermato, non vi è alcun intento morale. La precisazione è d’obbligo poiché, con queste premesse, diviene evidente come fosse centrata la descrizione gurdjieffiana del c.d. Trogoautoegocrat, ossia il nome usato da Greco Nero per indicare la Creatura che per sopravvivere ed evolvere si nutre di se stessa. Il tutto in base al modello definito dall’affermazione che nell’universo “tutto mangia e tutto è mangiato” (everything eats, and everything is eaten). Questo sembrerebbe porre seri problemi di carattere morale, in realtà non è così poiché, come affermato più volte, bene e male non esistono se non come convenzioni indotte dal nostro sonno. Un sonno strutturale poiché deriva dal modo con il quale è costruita la totalità psichica, argomento già diffusamente trattato nella Teologia della Liberazione.

Qui, se volete, tratto la teleologia del sonno e del risveglio, ossia il loro scopo per comprendere il quale è necessario entrare con scarpe e cappello dentro l’essenza profonda della Coscienza Duale. In altre parole, è necessario che abbandoniamo per un attimo l’illusione d’essere qualcosa di diverso da ciò che ci circonda in questo istante.

Dove siete in questo preciso momento? In casa? In metro? Alla guida della vostra macchina (mi auguro di no)? In qualunque luogo vi troviate, ciò che vi circonda non è diverso da quel che siete: Coscienza. E si tratta della medesima Coscienza perché, sapete, ne esiste solamente una. Solo che è divisa e questo le restituisce l’illusione della molteplicità, facendole dimenticare l’insostenibile solitudine dell’Uno. Funziona così, la Coscienza si divide e diventa noi, miliardi di fresconi perduti nei sogni più strambi e bislacchi. Burattini mossi da un unico, imperativo comando: resta lì e sogna più che puoi.

Per questo la Coscienza brama il sonno, perché le consente di dimenticare l’orrore della solitudine eterna, restando, almeno per l’intera durata della vita della Creatura (Multiverso), nell’illusione della molteplicità.

116 Dunque per primo fu Caos, e poi

Gaia dall’ampio petto, sede sicura per sempre di tutti

gli immortali che tengono la vetta nevosa d’Olimpo,

e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,

120 poi Eros, il più bello fra gli immortali,

che rompe le membra, e di tutti gli dèi e di tutti gli uomini

doma nel petto il cuore e il saggio consiglio.

Da Caos nacquero Erebo e nera Nyx.

Da Nyx provennero Etere ed Emera

125 che lei concepì a Erebo unita in amore.

(Esiodo, Teogonia 116-125)

Non mi addentro nel ginepraio dei molti studi che sono stati fatti su ciascuna delle figure nominate da Esiodo. Mi limito a fornire la mia versione della storia che vuole i c.d. immortali un’allegoria di ciò che abbiamo variamente nominato “forme coscienti” o “archetipi” o, anche e altrove (Il Sogno), “classi astratte”.

Caos

Caos (Χάος) è ciò che noi definiamo Nulla. In sostanza, Caos è l’Uno poiché quest’ultimo è effettivamente sperimentato dalla Coscienza Individuale come Nulla. In termini strettamente psicologici, Coas è indescrivibilità. Qualcosa che, non avendo opposti, non è espresso da alcunché e, di conseguenza, non può minimamente essere descritto. Caos, quindi, è il buco nero psichico che annichilisce la Coscienza Duale la quale ha un unico modo per evitarlo: precipitare se stessa nel sonno.

In effetti, il sistema nasce già predisposto al sonno (inteso come assenza di consapevolezza), essendo questo una delle forme coscienti primitive (v. Coscienza Creatrice e Consapevolezza), in altre parole, uno degli archetipi primordiali, generati durante i primissimi istanti della creazione. Nella mitologia greca, l’assenza di consapevolezza è rappresentata da Nyx (Notte, divinità primordiale) la quale, a sua volta e insieme a Erebo (Oscurità), genera la seguente serie di forme coscienti (di seconda generazione):

  • Apate, l’inganno.
  • Le Arai, tre dee della vendetta.
  • Eris, la discordia.
  • Esperidi, tre ninfe che custodivano il giardino dei pomi d’oro di Era.
  • Geras, la vecchiaia.
  • Hypnos, dio del sonno gemello di Thánatos.
  • Ker o Chere, la morte violenta.
  • Le tre Moire, il destino ineluttabile.
  • Momo, il biasimo e il sarcasmo.
  • Moros, il destino avverso e inevitabile.
  • Nemesi, la vendetta.
  • Achlys la notte eterna che esisteva prima ancora del Caos.
  • Oneiros, il sogno.
  • Philotes, l’affetto e la passione.
  • Tànato o Thánatos, la morte.
  • Oizys, la miseria.
  • Emera, il giorno.
  • Etere, la luminosità del giorno, l’aria superiore che solo gli dei respirano.

Come si vede, gli archetipi che sono espressione diretta della nostra parte epimeteica e che, di conseguenza, descrivono aspetti dell’esistenza che appaiono del tutto indipendenti dalla volontà agente (sonno, destino, vendetta, sogni, passione, morte) sono preponderanti. Aspetti legati all’attività del drago bianco (Latone) che, con evidenza, lavora per tenere la Coscienza al riparo dal ricordo della solitudine eterna, mantenendola il più possibile nel sonno. Aspetti che, insieme, costruiscono ciò che ho chiamato Pulsione Down.

Non solo, il modello è trasversale a ogni livello di coscienza (dal sasso al brain). La stessa gravità, ad esempio, è paradigma perfetto del funzionamento di tale archetipo poiché forza costante che trascina gli oggetti “verso il basso”, verso uno stato di quiete e di sonno. Forza che, a livello psichico, è espressa dall’oblio attraverso la continua azione traente del soma.

Se, tuttavia, le cose dovessero stare solo in questi termini, è evidente che la Coscienza Creatrice non avrebbe alcuna possibilità di uscire dalla Danza Folle. Per questo, la seconda generazione di forme coscienti esprime anche figure quali Emera (giorno) ed Etere (l’aria superiore che solo gli dei respirano), figli anch’essi di Nyx e di Erebo ma espressione dell’altro elemento, quello prometeico (Rosso). In sostanza, ciò che ho definito Pulsione Up.

La conseguenza di tutto ciò è un incedere periodico, sistolico e diastolico. Un respiro continuo che si ripete a ogni livello di esistenza della Coscienza Duale e nel quale l’inspirazione è Rosso, lo sforzo, l’apertura, mentre l’espirazione è Latone, il riposo, la chiusura. Dall’atomo alla Creatura a undici dimensioni che contiene tutte le 2048 creazioni esistenti in questo Multiverso (Keter) e passando per l’uomo, questo dinamismo fondamentale e inalterabile è determinato dal periodico avvicendamento di queste due pulsioni, espressione profonda e drammatica del dicotomico desiderio che muove la Coscienza Duale: dimenticare la solitudine eterna tramite il sonno da un lato e risolvere la Danza Folle tramite il risveglio dall’altro.

Se, dunque, il terrore generato dalla solitudine dell’Uno è motore della Pulsione Down, la Pulsione Up è sollecitata dal senso di colpa determinato dall’impossibilità di comprendere quanto creato. Senso di colpa che, intervenendo solo “a cose fatte” (quando la creazione è avvenuta), determina le forme coscienti (archetipi) di seconda generazione orientate al risveglio (questo, tra l’altro, spiega molto bene l’asimmetria di Keter).

Il problema, quindi, gira intorno alla predominanza quantitativa della Pulsione Down e della conseguente necessità, da parte della Pulsione Up di aprirsi ogni volta la strada lottando. Questo pattern è alla base della dinamica duale e conferisce al Multiverso (e, conseguentemente, a ogni oggetto che lo popola) un modo di procedere tipicamente discendente (anche qui, la descrizione gurdjieffiana delle ottave discendenti appare quanto mai calzante). Vediamo, allora, come tutto questo si realizza nell’uomo.

PD, PU e Auto-stupro della Coscienza

Per trattare quest’argomento, prescinderò dall’oggetto che altrove ho chiamato “K” (K), analizzando le predette pulsioni come i motori indipendenti delle specifiche emozioni che erompono dal nostro Sistema Limbico (SL). Tuttavia, chi volesse approfondire i meccanismi legati a quest’oggetto potrà sempre considerate la possibilità di leggere il suddetto articolo.emotic03

Ebbene, l’inquietante aspetto che mi appresto a descrivere può essere definito come auto-stupro della Coscienza, ossia e a mente dell’architettura disegnata dalle forme coscienti (archetipi), l’unico mezzo che questa ha per uscire dal sonno.

Esiste, quindi e grazie alla sistemica preponderanza della Pulsione Down, questa importante coazione al sonno che pervade la Coscienza Duale prima e Individuale poi. È precisamente su tale caratteristica che la Coscienza Individuale (totalità psichica) edifica la propria struttura a grappolo. Tale struttura, detta anche monadica o golemica (Teologia della Liberazione), prevede una minuscola sede di coscienza (luogo fra gli occhi) e una congerie di “io” che, in modo del tutto meccanico, si avvicendano alla guida della totalità stessa, posizionandosi a turno in tale sede. Questo comporta una naturalissima predisposizione dell’individuo all’oblio giacché, dato l’enorme numero di “io” che costituiscono la Falsa Personalità, ve ne sono alcuni che sostano anche una sola volta nel “luogo fra gli occhi”. E ciò rende difficile azioni peculiari quali il recupero del percorso a specifici memogrammi (unità mnemoniche) con la conseguenza del predominare di un generale atteggiamento attentivo governato da una meccanicità profonda.

Il tutto si riflette in stili di vita profondamente abitudinari, nonché in un’estrema facilità ad abbandonarsi all’autocommiserazione e, di seguito, all’indulgenza. Così, quando anche la minima cosa va storta, la faccia assume all’istante un’espressione prima contrariata, seguita da uno stato d’animo autocommiserante variamente accentuato (ciò dipende sia dalla singola essenza, sia dalla percepita “gravità” del fatto accaduto). Infine, interviene la fase compensatoria durante la quale ciascuno di noi frequenta il proprio, specifico modo d’indulgere.

All’interno di questo pattern, quindi, sono date manifestazioni Push Up e che, per la tipica azione di Rosso, infiammano la totalità psichica con spinte in avanti. Moti dell’animo che, spesso, le persone nemmeno capiscono, avvertendo solo questo indefinibile desiderio di “correre in avanti”, magari facendo cose che normalmente mai si sognerebbero di fare. Da notare che questo, soprattutto nei casi di persone strutturalmente molto spostate verso un atteggiamento epimeteico (in genere tutti coloro molto ben integrati nel sistema), molto facilmente produce nel terzo osservatore divertimento, se non imbarazzo poiché appare evidente l’impaccio della persona che sta agendo rispetto a comportamenti per lei del tutto inusuali.

Questo, se volete, è il livello minimo al quale l’auto-stupro della Coscienza funziona poiché, com’è facile intuire, si danno graduazioni d’intensità molto diverse, legate alle singole essenze e/o storie personali.

Ciò che, tuttavia, resta inalterato è il modello di sviluppo che quanto descritto sottende. Da una parte, quindi, c’è il motore del sonno che mantiene tutte le nostre convinzioni più radicate e profonde, le nostre fedi, le nostre speranze. In una parola, le nostre illusioni. Dall’altra c’è Rosso che quelle illusioni fa a pezzi ogniqualvolta la dinamica del procedere lo consente.

Ovviamente, questo è un pattern che, a sua volta, è soggetto a un mascheramento e che può assumere, secondo gli individui, diversi livelli d’intensità. Tizio, ad esempio, è impiegato in una banca. È dotato di una mente ragionieristica, la quale si trova a proprio agio con conti, elenchi e schemi variamente complessi che rappresentano bilanci. Non solo, per l’insopprimibile bisogno di una descrizione coerente di se stesso, Tizio ha una speciale venerazione per il denaro. Lo considera un oggetto che, in un’ipotetica scala di valori, sta comodamente al vertice e questo lo porta, in modo molto naturale, a modellare se stesso intorno a quest’idea, costruendoci intorno un sistema di “valori” coesi. Viceversa, Caio è un uomo di fede. Ha del denaro una concezione medievale e, per questo, lo considera sterco del demonio. In conseguenza di ciò, Caio sembra costruire il suo sistema in senso opposto a quello di Tizio.

Tuttavia e a ben guardare questo è vero solamente in apparenza. Infatti, entrambi i sistemi, a prescindere dal loro colore e/o sapore, saranno espressione autentica della parte epimeteica sia di Tizio, sia di Caio, al punto che ciascuno di essi sarà disposto a lottare per preservarne l’integrità.

È, perciò, su questa realtà individuale che l’intero dramma umano si consuma poiché ciascun individuo, senza l’intervento di Rosso, non uscirebbe mai dal bozzolo che il processo educativo e le esperienze di vita hanno costruito intorno a lui. E tale intervento è necessariamente sempre violento e proditorio, un autentico auto-stupro, determinato dalla Pulsione Up la quale, come espressione immediata e diretta del bisogno della Coscienza Creatrice di risolvere la Danza Folle, porta il singolo a distruggere quel sistema che, per altro verso, venera. In generale, quindi, stiamo parlando di qualunque comportamento “fuori schema” messo in atto dal singolo e che metta a rischio il sistema nel quale ha inserito se stesso. Un tradimento fa questo, ad esempio, ma anche incidente automobilistico o un tracollo economico o una malattia grave o, infine e più in generale, qualunque azione auto-sabotante messa in atto dal singolo in modo, il più delle volte, del tutto inconsapevole.

Perché l’ho fatto? Come mi è venuto in mente di farlo? Che razza di stupido sono! Perché? Perché proprio a me? … e via elencando, quando basterebbe fermarsi un attimo per vedere, senza il minimo dubbio, che gli artefici di qualunque cosa accada nella nostra esistenza siamo sempre e solo noi stessi. Non solo, un piccolo passo in più e noteremmo che l’intero dramma umano è finto come una banconota da tre euro. Una bugia auto-replicante, una frottola che mettiamo in scena quotidianamente, senza soluzione di continuità.

Amore, odio, interessi, torti, ragioni, vendette, accuse, progressi, regressi, famiglia, società, grandi sistemi e minuscole realtà; tutto questo è solamente un mucchio di fandonie affastellate una sopra l’altra e tenute insieme dal sangue e dal sudore di tutti noi al solo scopo di mascherare la doppia manovra in essere, sin dall’inizio della creazione: dimenticare la solitudine e cercare una soluzione alla Danza Folle (ossia, al senso di colpa). Manovra attuata da quest’istanza infinita e infinitamente sola chiamata (ma è solo una convenzione) Coscienza Creatrice.

La domanda, quindi, è: perché questo mascheramento? Perché quest’esigenza di un incessante, febbrile Dialogo Interno (DI) che, tenendo costantemente occupato il brain, c’impedisce di vedere come stanno davvero le cose? Beh, la risposta è davvero semplice: perché abbiamo paura.

Esistono due livelli di manifestazione della paura. Il più alto (nel senso di più lontano dal core) ha come motore il cervello rettile e come oggetto la morte dell’entità biologica. Ho investigato più volte questa paura, perciò non tornerò sull’argomento.

L’altro, quello più profondo e che trascende la preoccupazione per l’entità biologica, trova la sua radice nella stessa Coscienza Creatrice. Questo è un fatto davvero interessante, giacché mette insieme qualcosa che è davvero privo di limiti (la Coscienza Creatrice) e qualcos’altro che, viceversa, esiste solo e proprio perché ha dei limiti (la Coscienza Individuale, noi).

Se volete, è proprio su questa improbabile architettura che s’innesta la metafora dei “figli di dio”. Ovviamente, sono tutte scemenze, ma nascono dalla paura in discorso. E si tratta di una paura invincibile, poiché non è umana ma appartiene alla Coscienza Creatrice. Qualcosa della quale potete avere un fugace sentore solo se provate a pensarvi immortali e totalmente soli. Se riuscirete a compiere questa semplice manovra, avrete una pallida idea di che cosa è il terrore che spinge la Coscienza Creatrice a dividersi e, di conseguenza, a creare Multiversi. Non solo, riuscirete anche a comprendere perché l’essere umano appare così profondamente stupido, così pateticamente inadeguato e ridicolo al pari di un minuscolo animaletto perduto in un mondo troppo feroce.

In effetti, è solo spaventato a morte.

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