Gli Immortali – Microcosmo

Guerriero di Capestrano

  1. Gli Immortali
  2. Gli Immortali – La Quinta Dimensione
  3. Gli Immortali – La Grande Ottava della Consapevolezza
  4. Gli Immortali – Il Distacco

Due cervelli – Il Brain Esteso

Se l’Uomo, nella creazione a quattro dimensioni, era descrivibile come un animale a tre cervelli, l’Immortale è rappresentabile come un’entità a due cervelli poiché, lasciando il supporto fisico, ha perduto il centro rettile e ha spostato il vertice della propria struttura gerarchica nel centro emozionale.

La funzione logica, quindi, non è perduta, bensì esperita da quello che potremmo definire un “brain esteso”. Questo non era un concetto sconosciuto alla nostra forma mortale. In particolare, l’intestino era indicato come “secondo cervello” e descritto come un centro che regolava lo stress, l’ansia e la tensione nervosa.

Per un Immortale, il secondo cervello è tutto il Doppio Immortale, ossia il contenitore che è stato costruito sfruttando il Doppio Mnestico (l’insieme di tutti i memogrammi immagazzinati durante la vita nella creazione 4D) al momento del salto.

La complessa macchina biologica che era il corpo nella creazione 4D, richiedeva una macchina ancor più complessa che ne regolasse il preciso funzionamento, soprattutto riguardo ai fondamentali aspetti dell’organismo quali il nutrimento, l’accrescimento, la riproduzione e il generale stato di salute.

In 5D, date le condizioni generali, tutto questo è superfluo poiché, come ho già detto, l’incremento entropico, qualunque sia il sistema di riferimento, è talmente irrilevante da poter essere considerato assente. La conseguenza di ciò è che l’invecchiamento e la morte, in concreto, non esistono e questo comporta l’assenza di qualsiasi problematica legata sia al sostentamento, sia alla riproduzione, sia alla salute dell’individuo. Ho specificato “in concreto”, giacché su tempi lunghissimi, quali l’emivita della creatura a undici dimensioni, il riassorbimento (la morte) parrebbe divenire tanto verosimile quanto probabile. Tuttavia, questo è un aspetto legato alla struttura profonda della V-D e che stiamo ancora cercando di comprendere a fondo.

Nei fatti e riguardo al funzionamento del Doppio Immortale, il potere creativo è veicolato direttamente dal centro emotivo, mentre la funzione logica è sussidiaria, intervenendo in seconda battuta e al solo scopo di conferire coerenza anzitutto alla descrizione complessiva e, di conseguenza, a ogni eventuale descrizione parziale. Ciò perché qui, l’unico vero e atroce pericolo è il Nulla (l’Uno) e incapparvi è una questione che può essere anche molto semplice. Per questo, avere una descrizione sensata è così importante, perché la coerenza, unitamente alla conseguenzialità logica degli argomenti, è garanzia di solidità descrittiva e, perciò, di tenuta del sogno che ci separa dall’annientamento.

Tuttavia, questo dipende moltissimo dal singolo individuo. Abbiamo già avuto, in proposito, alcune “sparizioni”. Poche, in effetti, tuttavia sono avvenute. In sostanza e sino a questo momento, almeno tre di noi sono scomparsi per sempre. Si potrebbe affermare che sono morti ma, in realtà, non sarebbe del tutto corretto poiché e più precisamente, essi sono stati riassorbiti. In altre parole, hanno scelto di tornare all’Uno. Quando questo avviene, quindi e nonostante la coerenza della descrizione, si tratta sempre e solo di un fatto che avviene per volontà dell’individuo. In effetti, stiamo parlando di suicidi. Certo, un Immortale suicida può sembrare un fatto strano, tuttavia e in realtà, non lo è per nulla poiché la paura della solitudine eterna, eventualità sempre presente sino al momento nel quale non avremo realizzato lo Stato Terzo, può diventare un’ossessione sufficientemente motivante rispetto a questa specifica soluzione.

Il Comitato di Accoglienza Permanente

È un’alba infuocata quella che ci sorprende mentre stiamo tornando dall’ultima missione. Siamo quattro e ci fermiamo all’unisono, rapiti da tanta bellezza. Gaia canta ed è un canto di gloria che ci rapisce, ci culla e ci fa versare lacrime di stupore e commozione. Siamo di nuovo a casa. Restiamo immobili sino a che il nostro sole non ha superato del tutto l’orizzonte, quindi, riprendiamo il cammino. Vogliamo raggiungere velocemente il Comitato per raccontare ciò che abbiamo visto.

Su Gaia, esiste un Comitato di Accoglienza Permanente composto di trentotto Immortali. Ne fa parte chiunque lo desideri e accade sempre che qualora taluno voglia entrare, altri desiderino uscirne in modo che il numero complessivo non cambi mai. Il Comitato prende decisioni molto particolari. Esso, infatti, funge da interfaccia fra gli Esploratori e la Comunità, avendo fra i suoi compiti quello di raccogliere le loro testimonianze al ritorno di ogni missione, di renderle coerenti con le conoscenze già acquisite e, infine, di condividerle con tutti. In sostanza, il Comitato svolge, rispetto alla Comunità, la medesima mansione svolta dalla c.d. “funzione di realtà” presente nel vecchio brain, macchina che nessuno di noi ha più poiché cancellata dalla morte del corpo fisico.

In sostanza, il Comitato garantisce che ogni informazione sia resa disponibile a tutti nel modo più corretto (riguardo allo Scopo, ovviamente). E questo è fondamentale giacché, come ho già detto e nonostante nessuno di noi abbia bisogno del linguaggio parlato per comunicare, l’essenza del viaggio non è trasmissibile, se non in minima parte. Ciò, unitamente all’esigenza di avere una lettura la più possibile uniforme e coerente, ci ha indotto a creare una struttura che gestisse le informazioni in entrata nel modo più uniforme possibile. Struttura schematizzabile nel seguente modo:

Comitato

In specifico, l’esperienza di ciascuna nuova dimensione è una conoscenza troppo complessa e personale, al punto che, come detto, deve essere ripetuta da ciascuno di noi e questo perché tale informazione deve penetrare l’eggregora nella sua interezza e in senso olistico. Essendo, infatti, l’eggregora maggiore della somma delle sue parti (noi), ha bisogno che ciascuna sua parte raggiunga, riguardo a uno specifico aspetto, il medesimo livello di consapevolezza. Ovviamente, questo è un obiettivo in parte utopico, giacché non condividendo lo stesso livello di fluidità, la comunicazione telepatica fra noi soffre di numerose interferenze determinate dalle cristallizzazioni di ciascuno.

Tuttavia e in un’ottica di stretto pragmatismo, ci accontentiamo del “possibile” e, in questo senso, l’attività del Comitato tende proprio a questo. Ossia, a distillare un sapere il più possibile coerente e condiviso.

Keter

Com’è noto, la forma duale della Coscienza Creatrice è dominata da due forze (Rosso e Latone) le quali descrivono l’intera dinamica espressa dal Multiverso in conformità a un’alternanza di direzione del moto consapevole. Quando prevale Rosso, la tendenza è prometeica, ossia in avanti, mentre se predomina Latone è epimeteica e, quindi, conservativa.

Quest’immanente propensione, nella creazione 4D derivava da Keter, ossia dalla macchina che, presente in ciascun vivente, svolgeva il compito di trasformare la Coscienza Creatrice in energia vitale. Ora e nella creazione 5D, la questione è sostanzialmente la stessa, poiché e come ho già avuto modo di affermare, la Dualità continua a esistere grazie alla trasformazione della Coscienza Creatrice in energia, lavoro svolto da Keter, appunto. Di conseguenza, i due draghi continuano a fronteggiarsi, trascinando la consapevolezza generata dalle “forme coscienti” in direzioni alternativamente opposte.

Tuttavia, in 5D è data un’importante differenza, poiché Keter non è più asimmetrico e questo comporta la vigenza di un paradigma significativamente diverso rispetto alla creazione 4D. Là, infatti, l’estrema precarietà delle condizioni nelle quali evolvevano le specie, imponeva un atteggiamento nel quale prevalessero cautela e conservazione, all’evidente fine di tutelare l’interesse primario, ossia la sopravvivenza dell’organismo. Un’esigenza assicurata dall’asimmetria di Keter che, generando, in modo nativo, una forza epimeteica di dimensioni maggiori di quella prometeica, predisponeva le forme coscienti verso un atteggiamento complessivamente conservatore e, di conseguenza, dava forma a un maggior numero di consapevolezze orientate verso un atteggiamento egoista.

Qui e per le condizioni date, tutto ciò sarebbe superfluo e, anzi, sconveniente poiché l’unico interesse superiore è lo Stato Terzo. Di conseguenza, qualsiasi “calcolo” che deviasse da un tale Scopo, non farebbe che allontanarne il conseguimento. Per questo motivo, adesso Keter è una gemma perfettamente simmetrica. Un fatto, questo, che genera una conseguenza tanto importante, quanto interessante.

Mi riferisco all’assenza di debito (karma), la quale scaturisce dal fatto che ogni azione (psichica) genera un’immediata reazione eguale e contraria. E questo, scusate se è poco, azzera qualsiasi squilibrio in modo pressoché istantaneo. Non possono nascere conflitti estesi, poiché i due draghi risolvono nel volgere di breve tempo ogni squilibrio, impedendone l’accrescimento inconsapevole.

Se volete, è l’antico “occhio per occhio” che, però, funziona in modo del tutto automatico e su scale ridottissime perché interviene immediatamente dopo la creazione dello squilibrio. Certo, questo allunga moltissimo il tempo necessario per qualunque cambiamento individuale profondo poiché permette mutamenti reali molto piccoli. Tuttavia e com’è facile intuire, il tempo per gli Immortali non costituisce un problema. Nel mentre, ci godiamo la meravigliosa conseguenza costituita dal fatto che in 5D non esistono avvocati.

A parte la celia, grazie all’assoluta simmetria di Keter, è un fatto che qui non esistano leggi e regolamenti poiché ciascuno è consapevole che ogni singola azione ha un prezzo che sarà pagato all’istante. Infatti, l’architettura profonda di ciascun individuo (microcosmo) e dell’intera eggregora, lavorerà per riportare il tutto in sostanziale equilibrio. Naturalmente, esiste un range all’interno del quale è ammesso squilibrio (viceversa, nessun movimento sarebbe possibile), ma il punto è che si tratta di un intervallo talmente piccolo da essere “socialmente” impercettibile.

Dialogo Interno

Riguardo alla creazione 5D, ciò che va inteso a fondo è che, poiché espressione duale, si tratta in ogni caso di qualcosa di folle e incomprensibile. Un fatto, questo, che solo con la realizzazione dello Stato Terzo potrà essere superato. Certo, in una creazione 5D esistono indubbi vantaggi quali la descritta assenza dell’entropia che, come detto, consente alla Grande Ottava della Consapevolezza di progredire dentro una dimensione immortale, ma questo non risolve l’incomprensibilità della creazione stessa e, soprattutto, il derivante senso di colpa (sdc). Ne consegue che anche gli immortali sono legati alla confabulazione interiore che in 4D andava sotto il nome di Dialogo Interno (DI) e che, infine, svolge un ruolo decisivo nella sostenibilità del sogno duale.

Ciascuno, almeno questo è ciò che vedo, è variamente consapevole del fatto che il proprio Dialogo Interno sia una delle strategie fondamentali per il conseguimento dello Scopo. Tuttavia, ognuno è molto attento alla possibilità che questa caratteristica oltrepassi determinati limiti giacché, grazie alla super-simmetria, le conseguenze dei propri errori sono pagate “pronto-cassa”. Perciò, ogni Immortale e a prescindere dalle proprie, specifiche convinzioni, si rende perfettamente conto che se è vero che il Dialogo Interno ci tiene lontani dal Nulla e che Gaia fa la sua parte offrendoci un ambiente fantasticamente accogliente e dinamico, alla fine i conti ciascuno li fa con se stesso e senza dilazioni temporali.

Non a caso, la vicenda dei tre “riassorbiti” è stata un monito per tutti, poiché ha evidenziato in modo inequivocabile che la super-simmetria di Keter non permette al singolo d’ignorare dalle proprie contraddizioni.

A parte questi aspetti, per così dire, critici, in questo sistema super-simmetrico il Dialogo Interno resta un motore di creatività sublime. Grazie all’ambiente fornito da Gaia, infatti, ciascuno è in grado di creare ambiti esclusivi con accessi specifici, spazi teatrali dedicati al meraviglioso, all’assurdo, al grottesco, all’impossibile, al possibile, al magico o, più in generale, a qualsiasi idea pensabile o impensabile.

Un Immortale è capace di creare universi separati, estesi come e quanto desidera sapendo che, tuttavia, qualunque cosa farà, cadrà sotto la legge dell’equilibrio super-simmetrico e, soprattutto, sotto la sua diretta responsabilità.

Diciamo che gli Immortali hanno due modi per dare concretezza alla propria creatività: il primo è virtuale, il secondo reale. Come distinzione non è un granché, tuttavia serve per marcare la differenza che passa fra una creazione che coinvolge un solo Immortale (il creatore stesso), ovvero più di uno. Nel primo caso, ovviamente, ogni problema scaturente da una confabulazione fuori controllo è qualcosa che resta di strettissima competenza del creatore stesso. Viceversa, nel secondo caso è chiaro che il danno teoricamente arrecabile allo Scopo conoscerà significative possibilità di espansione e incremento.

Tuttavia e come detto, qui non esistono corti di giustizia né, tanto meno, corpi di polizia. Qui esiste solo il distacco e la non-azione. Perciò e nell’ipotesi che alcuni di noi dovessero infilarsi in una qualsiasi deriva delirante, agli altri non resterebbe altra possibilità che quella di abbandonarli a se stessi.

Questo potrebbe nuocere allo Scopo? Può darsi. Tuttavia, qualsiasi scelta diversa distruggerebbe all’istante qualsiasi possibilità di conseguirlo.

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