Gli Immortali – Keter

Guerriero di Capestrano

  1. Gli Immortali
  2. Gli Immortali – La Quinta Dimensione
  3. Gli Immortali – La Grande Ottava della Consapevolezza
  4. Gli Immortali – Il Distacco
  5. Gli Immortali – Microcosmo

L’aspetto più profondo e importante dell’intera esperienza duale è sempre determinato dall’architettura di Keter, ossia la macchina attraverso la quale la Coscienza Creatrice manifesta se stessa negli organismi viventi e che esistono nella Dualità.

Come ho già avuto modo di descrivere, in una creazione 5D, Keter espone un assetto simmetrico, mentre durante l’esperienza in 4D, tale assetto è variamente asimmetrico.

Cercherò, quindi, di trattare brevemente i diversi modi che l’assetto di Keter può presentare, nonché le conseguenze più rilevanti che questo ha prodotto (e produce) sull’evoluzione della “Grande Ottava della Consapevolezza” (GOC).

Keter è una macchina con due facce, una nascosta e inconoscibile poiché rivolta all’Uno, l’altra esposta e conosciuta poiché duale. In realtà, quindi, Keter è una porta piazzata fra l’Uno e la Dualità e attraverso la quale scorre la Coscienza Creatrice, trasformando se stessa in energia vitale. La stessa energia che sostiene gli esseri per l’intero arco della loro specifica esistenza e che li abbandona con la morte. E questo è vero per ciascuna creazione nella quale sia teoricamente possibile una qualsiasi forma di vita, sia essa biologica, psichica o di qualunque altra natura possa essere prevista dal setting dimensionale di riferimento.

Invero, l’intera Dualità può essere efficacemente descritta come un sistema di porte, ossia di punti logici che hanno come unica funzione quella di farsi attraversare da flussi d’informazioni. In realtà, una porta è essa stessa un’informazione solo che, a differenza di ciò che le passa attraverso, è statica e, per questo, offre una configurazione che, nell’ambito dell’esperienza duale (che è sempre finita), può essere considerata costante. Nelle creazioni 4D, ad esempio, un buco nero era un’informazione statica che permetteva a qualunque altra informazione di percorrerlo in un solo verso.

Keter, quindi, è a sua volta descrivibile come un’informazione statica che ha come sola funzione quella di permettere al flusso vitale di scorrervi attraverso, ma in entrambe le direzioni. Sotto questo profilo, quindi e in ciascuna delle creazioni che la possono ospitare, la vita è il frutto agente della Danza Folle. Infatti, quando il moto è IN, la Coscienza, trasformandosi in energia, entra nella follia indescrivibile della Dualità producendo vita (e moltiplicandone la complessità), mentre quando è OUT, essa torna alla solitudine eterna dell’Uno producendo morte (semplificando il caos). In effetti, questo è il Solve et Coagula, il pattern fondamentale che informa l’intera Dualità, senza alcuna eccezione anche se, ovviamente, con importanti differenze determinate dal numero delle dimensioni in gioco.

Come detto, nella creazione 5D, Keter è simmetrico e, per la prima volta, fedelmente rappresentabile dal simbolo Taijitu:

Keter 5D

Si tratta, forse, dell’espressione di maggiore forza, bellezza ed eleganza realizzata nella storia della simbologia umana e, tuttavia, all’interno della creazione 4D, ha rappresentato una realtà solo “sperata” giacché, in quel mondo, Keter era dotato di un’architettura sghemba che costringeva le due forze da esso promananti dentro una logica asimmetrica.

Keter1

Ciò, come detto, ha generato un debito continuo che nella tradizione orientale ha preso il nome di Karma e che, proprio in ragione della sofferenza prodotta, ha consentito alla Grande Ottava della Consapevolezza (GOC) di procedere potentemente dentro l’inferno delle leggi fisiche. E questo per il senso d’ingiustizia immanente che una tale configurazione ha continuamente alimentato durante l’intero periodo dell’esperienza umana. È l’illusione dell’ingiustizia a creare l’illusione della sofferenza.

La cosa interessante, se volete e da qui assai evidente, è che tale architettura ha conosciuto un’inversione periodica della sua polarità e questo sin dall’insorgere della consapevolezza nella prima femmina di Sapiens dopo l’ingestione delle chiavi biologiche. Infatti, al pari del campo magnetico terrestre, ma su scala considerevolmente più contenuta, anche Keter (cuore energetico dell’uomo, ossia del microcosmo) ha invertito la propria polarità nel corso del tempo realizzando, sul lungo periodo, un sostanziale riequilibrio del lavoro prodotto dai draghi (con il compimento di due interi cicli, infatti, il bilanciamento generale era sostanzialmente ristabilito). In specifico, l’esagramma e il pentalfa (i due componenti statici di Keter) si sono scambiati, all’incirca ogni seimila anni, le funzioni di base, di talché se per un periodo Rosso rappresentava la forza più piccola, mentre Latone quella preponderante, per quello successivo lo schema s’invertiva. Questo ha generato un numero pari di periodi, l’ultimo dei quali ha avuto inizio con il Diluvio ed è terminato con il salto dal livello di esistenza mortale a quello immortale.

Ora, quindi, il simbolo che rappresenta Keter, non solo disegna un perfetto equilibrio fra le due forze primitive ma, proprio per l’assenza del centro rettile, cessa di raffigurarle come draghi, ossia è perduta la forte connotazione “animale” derivante dalla descrizione draconiana. Questo significa un ridimensionamento drammatico della pulsione predatoria. Pulsione che, tuttavia ed essendo generata dalla paura, non è scomparsa del tutto. E qui il discorso si fa un po’ più complesso, soprattutto riguardo ai c.d. credenti.

La nostra, infatti, è un’immortalità che si potrebbe definire “sotto condizione” e questo l’ha dimostrato in modo definitivo la “scomparsa” di tre di noi che, come ho detto, è avvenuta in conformità a una dinamica sostanzialmente suicidaria. La vicenda, infine, ci ha fatto vedere come in ogni Immortale esista un aspetto potenzialmente ferale perché legato alla pressione che il Nulla (l’Uno) non cessa mai di esercitare sulla Dualità. In altre parole, se è vero che abbiamo conquistato la capacità di esistere per sempre, oltre la vita di qualsiasi Multiverso, non è per niente detto che saremo capaci di sostenere sino in fondo la sfida che abbiamo ingaggiato. E questo fa sì che per ciascuno di noi sia sempre possibile diventare preda del vero mostro dal quale continuamente fuggiamo: l’indescrivibile, folle terrore della solitudine eterna.

Il fatto, quindi, è che se Keter non cesserà mai di fare il suo lavoro, l’Uno farà altrettanto, continuando a esercitare la sua pressione potenzialmente mortale sino a che non saremo tutti scomparsi, oppure lo Stato Terzo non sarà realizzato.

In termini concreti, quindi, ciò che accade è che alcuni Immortali sono talmente spaventati dall’Uno che hanno bisogno di credere in un “dio” che li protegga da quella cosa che nemmeno riescono a nominare. È evidente che se accettassero d’essere creatori, quest’illusione cadrebbe, esponendoli a una pressione che, forse, non sarebbero capaci di sostenere. Perciò, se non si tratta più di paura della morte così come l’avevano conosciuta durante l’esperienza umana, poiché il livello di mascheramento offerto dalla brevità della vita fisica manca del tutto, ora si tratta di un terrore negato e questo ha senso giacché, in caso contrario, le conseguenze non potrebbero che essere drammatiche.

Il risultato, come detto, è la persistenza di quest’eco della pulsione predatoria che, infine, si manifesta in una forma ipocrita di finzione sottile la quale, tuttavia, tenuto conto del fatto che all’interno della Dualità nulla è fermo, porterà molto lentamente questi Immortali verso uno stallo tragico. Forse, solo quando si troveranno del tutto paralizzati riusciranno a trovare la forza e il coraggio di assumersi interamente la responsabilità di ciò che sono.

Nel frattempo, ovviamente, la Grande Ottava della Consapevolezza non cesserà di progredire verso la realizzazione dello Stato Terzo. Sempre che il Nulla non c’inghiotta tutti prima del tempo.

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