Bus 38 – Next stop: Apocalisse

Erano quelli i giorni in cui il Vecchio e le streghe, più o meno consapevolmente insieme, si stavano dando da fare per assicurare una lunga e meritata pensione al nemico pubblico di quel periodo, nome guerriero: la Vecchia Demmerda.

Il Testimone, senza ancora capire consciamente la forza e l’importanza di quella battaglia ferale, che coinvolgeva tutte le sfere del Multiverso, in particolare quelle del nostro mondo a quattro dimensioni, giaceva nel suo sonno guerriero.

All’improvviso, ebbe un sussulto e si svegliò correndo verso la piazza principale del paese. Arrivò al capolinea dei bus, più o meno alle 8 di mattina, in pieno orario di lavoro per il resto della popolazione. Intravide il Nagual in attesa di un autobus, in mezzo al resto della folla, e si avvicino alle sue spalle per fargli uno dei suoi scherzi soliti. Ovviamente, da vecchio stregone attento a tutto quello che si svolgeva nella sua area di percezione, il Nagual lo anticipò senza nemmeno vederlo con un “Ben arrivato! E’ ora di andare”.

Il bus 38

Senza stupirmi, come al solito, ci giriamo verso destra pronti a salire sul bus numero 38, che ci attende al capolinea. Sulla vettura ci sono già altre persone sedute, in attesa che il conducente accenda i motori. Ci mettiamo in viaggio, inizialmente aspettiamo in piedi, in attesa che qualcosa accada di lì a breve. Il Nagual si avvicina al centro della vettura dove una signora di una certa età, probabilmente la famigerata Vecchia Demmerda, attende quasi impaurita.

Lui le sfiora i capelli e lei in quel momento sembra entrare insieme a noi in uno stato di seconda attenzione: inizia a dire cose a caso e, dopo un cenno del Nagual, capisco che devo concentrarmi sul suo discorso per cogliere alcune parti importanti di quel surreale fiume di parole che sta recitando.

I dati importanti del discorso hanno a che fare col colore verde, ma quello che più mi colpisce è l’aver citato la nostra sorella Tereza. In quel momento il mio risveglio è completo e noi, due stregoni, ci guardiamo e dopo un cenno di intesa siamo certi che Tereza la mattina dopo ci avrebbe portato notizie interessanti.

Al termine di questo primo lavoro,  il Nagual si siede più avanti e mi invita a fare la stessa cosa, cercare cioè di attivare le persone in un diverso stato di percezione. Sembriamo essere invisibili al resto dei passeggeri, passiamo cioè completamente inosservati, come due agenti segreti ninja durante una missione.

Mi siedo allora di fianco ad una ragazza, anche se ho un po’ paura di quello che sto per fare, quasi mi vergognassi ad attivare lei attraverso un contatto fisico, come ha fatto il Nagual con la Vecchia; ma vinco gli indugi e le do una botta, sento il potere dentro di me e non mi vergogno d’attuare, in piena follia controllata, il piano stregonesco.

La ragazza inizialmente subisce il mio potere ed entra nella nostra dimensione, riesco a comunicare con lei, anche se in questa prima fase sembra risentirne a livello psicologico: dice cose senza senso, cerca di scacciarmi via.

Con calma la riporto all’ordine, si accuccia sulla mia spalla. Il Nagual mi guarda compiaciuto, poi lei mi prende la mano e la stringe fortissimo, come a volermi sfidare e prevaricare. Io resisto e lei ritorna tranquilla.

A questo punto, inizio a sentire provenire da un’altra dimensione, dentro la mia testa, delle grida agghiaccianti come di bambine impaurite e votate al macello.

Piano piano mi sveglio e riprendo fiato, mi sto letteralmente cacando sotto dalla paura ma rientro in me velocemente, perchè so che non può esistere nulla fuori dal mio potere e controllo, io ho creato tutto e la paura da scacciare via è un residuo del senso di colpa.

Il resoconto del Nagual

Il giorno dopo, il Nagual radunò me, Nicky e Teresa, le due sorelle streghe, per darci una comunicazione di importanza fondamentale.

“Tutto ciò che è stato vissuto sul bus 38 riguarda il Filo del Rasoio. Fino a questa mattina, ero perplesso sul ruolo di Punk (così mi chiamavo prima di morire per diventare il Testimone e iniziare a scrivere tutto questo) in ciò che ho definito “il salto nell’Abisso del Filo”, ossia lo scontro con la Vecchia Demmerda.

In realtà, sembrava che Punk ne fosse semplicemente rimasto fuori e questo cozzava con l’idea stessa che l’intero Filo potesse essere stato coinvolto in quell’impresa.
Questo sogno toglie ogni dubbio. Anche lui ha saltato con tutti noi, solo che l’ha fatto come “testimone”. Un po’ come Emilito nel Dono dell’Aquila, lo stregone che scorrazzava per le emanazioni in qualità di testimone, appunto, tornando periodicamente a riferire al gruppo ciò che aveva visto. In breve, la quintessenza del paraculo!

Scherzi a parte, le grida agghiaccianti come di bambine provenienti da un’altra dimensione fuori dal tempo e dallo spazio vissuto, sono le streghe che soffrono durante il salto nell’Abisso, mentre la ragazza con la quale Punk interagisce potrebbe essere ****** la quale, per inciso, ha con me esattamente il comportamento descritto da Punk.

La ragazza inizialmente subisce il potere ed entra nella nostra dimensione, anche se sembra risentirne a livello psicologico. Dice cose senza senso, cerca di scacciarmi via. Con calma la riporto all’ordine e lei s’accuccia sulla mia spalla.

***** fa questo con me, io punto il suo Cronico il quale si ribella. Di seguito, con estrema gentilezza le spiego le cose e lei si calma e torna a lavorare su se stessa.

Tutto questo è semplicemente fantastico e mi rende davvero molto orgoglioso di voi e pure di me stesso perché si è trattato di una sfida mortale (realmente mortale) che ho accettato io, senza chiedere a nessuno di voi se ci stava o meno e, nonostante ciò, ognuno di voi s’è dimostrato all’altezza del proprio ruolo e compito.

So, really good job

Nel complesso, quindi, il salto nell’Abisso ci ha cambiati tutti molto profondamente, al punto che nulla è più come prima. Perciò, sì, la Vecchia Demmerda, la sua brava scatola di cioccolatini se l’è guadagnata!”