La Caduta dei Porsei

 Ea porsea ga fato i porsei … li ga fati grossi e bei … ea porsea ga fato i porsei!

Ho affidato la spiegazione del titolo a questa filastrocca polesana che, spero, valga a chiarirne in modo inequivoco il significato recondito.

In effetti, si parla del Porcile, un luogo all’interno del quale stava una grossa scrofa (porsea) che, proprio come la mamma dei cretini, era sempre incinta e, di conseguenza, appariva continuamente intenta a sgravare piccoli maialini (porsei) di diversi colori.

Ciò che mi appresto a narrare, quindi, è la storia di uno di questi piccoli verri, un giovane maiale di nome Mettao, nonché della sua mirabolante e fulminea ascesa nel Porcile.

Mettao era il dodicesimo di una cucciolata gennarina (ogni mese, la scrofa regalava al Porcile una nuova squadra di piccoli maiali) e, sin dal suo primo grugnito fece capire ai fratelli che con lui c’era poco da scherzare. Infatti, nel volgere di poche settimane, Mettao teneva già banco all’interno di circoli sempre più estesi di maiali, anche d’età maggiore. Costoro erano attratti dalla forza affabulatoria del piccolo verro che incantava tutti grugnendo come nessuno di loro era mai riuscito a fare. Al punto che, un bel giorno, lo stesso Mettao, ormai conscio dell’enorme ascendente che aveva conquistato presso così tanti suini, propose ai suoi sodali l’idea di fondare un partito politico con l’intento dichiarato di arrivare alla Presidenza del Porcile.

Ovviamente, ne furono tutti immediatamente entusiasti, tanto che poco tempo dopo, il popolo di maiali che sino a quell’istante aveva indicato se stesso come “Popolo dei Mettaoni”, grazie a un grugnito tanto potente quanto unanime, creò il Porcile Democratico eleggendo, seduta stante, Mettao a segretario del partito.

Ebbene, la cosa generò un clamore talmente grande che persino alcuni Grandi Verri di Porcilandia (il pianeta dei maiali) volsero il loro sguardo suino verso il fenomeno Mettao. Costoro, i veri padroni del pianeta, capirono all’istante l’indole del giovane porco e, per questo, si diedero subito da fare per contattarlo al fine di stabilire con lui un rapporto di reciproco interesse. Loro lo avrebbero aiutato a diventare Presidente del Porcile e, in cambio, lui avrebbe reso il Porcile stesso, una loro proprietà esclusiva!

Detto, fatto. Nel giro di brevissimo tempo e grazie agli illimitati mezzi disponibili ai Grandi Verri, Mettao divenne Presidente del Porcile. E da quell’istante, perse definitivamente la testa. In fondo, proprio come accade a tutti quelli che vengono in contatto con il potere … solo che, per lui, di più. Il suo tratto esibizionistico, infatti, non gli lasciò alcuno scampo, condannandolo a esibirsi ovunque ci fosse un palco e un pubblico. Palchi sui quali Mettao danzava (sì, come può fare un maiale) e rideva e grugniva … e grugniva … e grugniva. E i Grandi Verri gioivano alla vista di quel pupazzo che nascostamente muovevano. Lo avevano istruito per bene al fine di raggiungere i loro scopi, al punto che il giovane maiale partì, lancia in resta, alla carica dello Statuto del Porcile.

Forte di un rutilante codazzo di porci e scrofe, tutti con la fregola del potere che titillava loro i genitali, Mettao sfidò tutto e tutti, urlando al mondo la sua volontà di cambiare ogni cosa. Ovviamente, tenendo ben nascosto che tutto ciò fosse nell’interesse dei Grandi Verri. E allora spaccò il Porcile, seminando menzogna, odio e violenza verbale a ogni livello, deridendo e ostracizzando chiunque osasse contestare il suo verbo. Al punto che il popolo suino si ritrovò sulle barricate (ideologiche) a lanciarsi reciproci improperi e minacciosi grugniti!

Votiamo! Votiamo! Questo il grido di battaglia di Mettao che, con ciò, sperava di sbarazzarsi in un sol colpo di ogni voce discorde. Il grido che avventatamente lanciò dal Palazzo del Governo, urlando a pieni polmoni che se non avesse ottenuto la maggioranza da quel voto, avrebbe lasciato la Presidenza del Porcile!

È fatto noto che quando gli dei vogliono rovinare taluno, gli fan perdere il senno (e senza un Astolfo con l’Ippogrifo, ha’voja a cercà). E così fu. La votazione si svolse durante una fredda e grigia domenica e vide i voti contrari a Mettao in numero così superiore a quelli favorevoli che, si dice, la situazione richiese un intervento medico urgente. Pare che lo dovettero rianimare poiché gli era preso un coccolone suino (pig stroke). Anzi, alcuni affermano che, assieme a lui, abbisognarono di cure mediche anche un paio di scrofe facenti parte della sua cerchia più interna.

Insomma, una brutta storia che lasciò un Porcile profondamente diviso e colmo di veleni e di conflitti latenti per i quali, tuttavia, né Mettao, né i suoi sodali vennero mai chiamati a rispondere. Del resto, questa è la legge del Porcile: oggi a te, domani a me … meglio che ce scurdamm ‘o passat (simm ‘e Napule, paisà).

 

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4 Risposte a “La Caduta dei Porsei”

  1. Purtroppo ancora tanti sono increduli sul fatto che ci siano dei Grandi Verri.
    Pensano così di esprimere un maggiore equilibrio e dunque l’immunità da quel disturbo (di mania di persecuzione) dal quale sarebbero affetti coloro che sono anche solo possibilisti sul fatto che invece questi Grandi Verri esistano.

    Fino a cinque anni fa anche io sono andato cauto. Ma a vedere le operazioni svoltesi in e contro l’Italia dal 2011 in qua, bisogna avere le fette di prosciutto sugli occhi per non accorgersi che c’è un gioco truccato.

  2. matteo lo hanno mandato allo sbaraglio per vedere cosa succedeva. Vuol dire che hanno ancora carte migliori da giocarsi , e presto saranno cazzi amari

    1. Forse volevi scrivere Mettao! o.O

      In ogni caso, non c’è niente da fare, sei pessimista di natura 😀

      Io penso che, sì, i Grandi Verri lotteranno sino alla fine, ma che hanno già perso. Porcilandia è a fine-corsa, ormai 😉

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