Bufale

African buffalo portrait; Syncerus caffer; South Africa

Lo faranno, senza alcun dubbio. Lo stanno già facendo. L’establishment, in autotutela, sta mettendo a punto lo strumento per sopprimere qualsiasi voce dissonante. Il volto è quello di uno dei tanti legulei che prosperano all’ombra del regime e il nome è Giovanni Pitruzzella, ossia il presidente dell’autorità garante della concorrenza e del mercato che ha estratto dal cappello una proposta di legge che metta un freno alle bufale sul web.

Non entrerò nel merito della polemica, altri lo hanno già fatto assai meglio di come lo potrei fare io (si veda, ad esempio e in proposito, il bel pezzo di Alberto Carnevale Maffè sul Foglio). Ciò che intendo sottolineare, invece, è l’inverecondo balletto che ha visto protagonista l’intero mainstream, il quale s’è mosso quasi come un sol uomo nel far da cassa di risonanza alla cosa.

Un balletto tanto più indecente e spudorato, poiché coincidente (guarda un po’) con l’altra campagna mediatica in atto in queste ore. Mi riferisco all’ordine di scuderia in forza del quale deve passare a ogni costo la tesi (farlocca) che Illary Clinton ha perso le elezioni (e pure le erezioni, ma quello da tempo) per colpa dei russi.

È di un paio di mattine fa l’uscita di Paolo Celata, su LA7. Nulla di particolarmente eclatante, invero, tuttavia mi ha messo di ottimo umore. Per farla breve, il giornalista, in atto d’illustrare gli argomenti del TG e in riferimento alle notizie sul presunto hacheraggio russo in danno della Chicago’s Horned (la Cornuta di Chicago), sottolinea la notizia rimarcandone la fonte, niente meno che i servizi segreti americani. Come a dire: ragazzi, qui c’è poco da scherzare. Vi giuro che ho riso tantissimo.

Era l’estate del 1990 e ricordo il ciccione Ferrara (su quella che al tempo si chiamava TMC e che nel 1999 si sarebbe trasformata in LA7) urlare come un ossesso che la CIA aveva certificato il possesso di armi chimiche (di distruzione di massa, come si usava dire) da parte di Saddam Hussein. E che chiunque avesse osato insinuare che Desert Storm fosse fatta per il controllo del petrolio, era un criminale.

Ora, tutto il mondo sa che, in Iraq, quelle armi non sono mai state trovate per il semplice motivo che Saddam non le ha mai avute e che la CIA mentì dolosamente presentando prove false a sostegno di quella tesi.

La domanda, quindi, è davvero semplice: è possibile fidarsi di chi ha già mentito una volta? Evidentemente, no. Soprattutto, se il frutto di quella menzogna è descrivibile nei termini di un disastro planetario. Con Desert Storm l’intero nord Africa è precipitato in una spirale d’instabilità e violenza dalla quale non è mai più uscito e che è fra le principali cause del mostruoso flusso migratorio che sta schiacciando soprattutto il nostro paese.

Direte, Celata è giovane, magari non se la ricorda questa cosa. Beh, fatti due conti, forse gli conviene spendersela proprio così, visto che l’alternativa è la mala fede.

In ogni caso, il punto di crisi mi sembra piuttosto evidente. Sono anni che questi salta fossi ammanniscono bufale a destra e a manca e senza mai pagare un centesimo di penale. Ed ora che, grazie alla rete, la loro credibilità vale meno di un tampone del marchese usato, recuperano la bacchetta a suo tempo riposta nell’armadio e si trasformano in meditabondi pedagoghi. Facce da Pitruzzella, ossia prive del requisito della vergogna, che in nome della rendita di posizione che occupano sono disposte a qualsiasi cosa.

Il problema è che questa volta non ce la faremo a fermarli perché la guerra finale fra la parte prometeica e quella epimeteica della società umana è iniziata e non avrà fine se non con la debellatio di una delle due parti. E pronostici non se ne possono fare anche perché se è vero che noi siamo più intelligenti, loro sono molto più grossi.