Il Mago Oronzo

Non credo negli analisti perché, a qualsiasi categoria appartengano (economia, geopolitica, ecologia, sociologia, statistica e via elencando) e a prescindere dalle reali capacità dei singoli (troppo spesso millantate), ciascuno di loro ha il problema cogente di portare a casa la pagnotta. E questo, molto semplicemente, vizia ogni loro analisi poiché il primo interesse dell’analista non è la verità, bensì l’omeostasi di chi lo sta pagando.

In realtà, si tratta di un problema antico e che i parrucconi, nella loro incommensurabile ipocrisia, definiscono gnoseologico (se riguarda i problemi relativi al modo di conoscere), oppure epistemologico (se relativo al grado di certezza dell’atto conoscitivo).

Non abbiate timore, non ho alcuna intenzione d’infilarmi più di tanto in tale inferno psico-onanista. Tuttavia, m’interessa enfatizzare come la fonte unica e vera dell’intera speculazione gnoseologica e/o epistemologica sia stata sempre e comunque il Centro Rettile e la sua manifestazione più potente: la Direttiva Primaria (DP), ossia l’imperativo a sopravvivere (v. Ipnosi e La Chiusura del Cerchio).

Nota – La domanda fondamentale dell’epistemologia è la seguente: è possibile raggiungere una qualsiasi verità? Ovviamente, esistono due sole risposte possibili: no (e allora sei uno scettico), sì (e allora sei, secondo il caso, un empirista, un razionalista, un idealista o un realista) … eheheh … carino, vero?

Ciò che vorrei rendere manifesto è che ogni singolo pensatore che abbia affrontato il problema dei limiti del processo conoscitivo, lo ha fatto prescindendo (in modo evidentemente inconsapevole) dalla valutazione degli effetti che la DP stava esercitando su di lui, proprio in quell’istante.

Detta così, può sembrare una cosa banale, eppure si tratta dell’architrave sulla quale poggia l’intero sistema conoscitivo umano. Prima, ad esempio, me la son presa con gli analisti. Tuttavia, avrei potuto scegliere la categoria degli scienziati e non sarebbe cambiato alcunché. L’attualissima diatriba sui mutamenti climatici lo dimostra con un’evidenza persino imbarazzante.

Insomma, si tratta di dati oggettivi, frutto dell’osservazione sistematica dell’andamento di alcuni parametri noti quali la temperatura, l’umidità e, più in generale, tutti i fenomeni atmosferici che si manifestano quotidianamente. Esistono grafici di dati raccolti in fondo agli oceani, così come sulle cime più alte, che addirittura mappano le ere geologiche. Conosciamo i cicli vitali del nostro sole e siamo persino in grado di affermare quando, nel remoto passato, il pianeta ha invertito la sua polarità magnetica. La domanda, quindi, è la seguente: per quale misteriosa ragione non riusciamo a metterci d’accordo sul motivo che sta portando il pianeta al caos meteorologico? Perché, a fronte di una così vasta conoscenza del pianeta che occupiamo, il mondo scientifico si divide in due fronti contrapposti rispetto alle cause (tutte meccaniche e, perciò, facilmente deducibili) di un tale cambiamento?

Esatto, il motivo sta nella Direttiva Primaria. Se Tizio è l’AD di una grande multinazionale con forti interessenze nel settore petrolifero e Caio uno scienziato che percepisce (a qualsiasi titolo) denaro da Tizio, è piuttosto evidente che farà parte di quella schiera di giannizzeri per i quali il Global Warming (GW) sarà un effetto dei cicli solari e, per nessun motivo, dell’aumento di CO2 dovuto al consumo massivo di idrocarburi. Caio, infatti, ha una precisa scala di valori in testa. Una gerarchia valoriale determinata dalla DP la quale prevede un vertice (lui stesso), un secondo posto (la sua famiglia) e, a seguire, il resto del mondo.

Tuttavia, la cosa non è così semplice. Prendiamo, ad esempio, Sempronio il quale è uno scienziato che sostiene l’origine umana del GW. Ecco, non è affatto detto che Sempronio sia mosso da ragioni eticamente impeccabili. Magari potrebbe avercela a morte con quelli come Caio per il solo fatto di non essere riuscito ad occupare il loro posto nella piramide sociale ed ora è costretto a rimediare la pagnotta in ambienti alternativi che, in realtà, detesta.

Any way, di là dal punto specifico relativo al GW che per alcuni versi costituisce un unicum, la medesima questione riguarda ogni aspetto della moderna conoscenza. Il globo, infatti, è disseminato di laboratori di ricerca gestiti da scienziati specializzati nelle più diverse discipline, dal piccolo laboratorio nel quale si affettano embrioni, sino ai grandi acceleratori di particelle e in ciascuno di questi la verità è determinata dal finanziatore di turno il quale caccia la grana al solo scopo del profitto, reale o sperato che sia. Ovviamente, l’obiezione all’affermazione appena formulata è che, a prescindere da ciò che cerco, se il metodo che uso è scientifico, ciò che trovo sarà la verità o, quantomeno, qualcosa che le si avvicina molto.

Ecco, da scettico penso che si tratti di un’obiezione fallace, data l’inconoscibilità di quanto esiste. Tuttavia, questo è un livello speculativo sostanzialmente sterile giacché non interferisce in alcun modo con il problema che stiamo trattando.

Un altro piccolo esempio, forse, aiuterà a capire meglio il livello di compromissione conoscitiva che intendo descrivere. Qualche giorno fa, discutevo con una delle mie figlie di un bel documentario sul Bradypus Variegatus.

Bradypus

Ora, i maschi di questi animali vivono per l’intera vita su di un unico albero che non lasciano mai, se non per defecare, la qual cosa accade circa ogni mese, ossia quando hanno terminata la digestione della foglia ingerita trenta giorni prima. La perplessità degli etologi, quindi, è determinata dal fatto che non riescono a spiegarsi per quale motivo (evoluzionistico) l’animale non scenda mai dal suo albero, se non per svuotare l’intestino.

Ecco, questo mi pare un esempio davvero eclatante di punto cieco determinato dalla paura. Insomma, a me è apparso immediatamente evidente che il Bradipo non ha alcuna intenzione di sporcare di merda la propria casa (l’albero che non lascerà mai). In altre parole, il Bradipo è consapevole del fatto che se defeca restando su un alto ramo, le deiezioni facilmente urteranno altri rami, compreso il tronco. Un habitus che, protratto nel tempo, lo costringerebbe a lasciare quell’albero per uno diverso. E che so’ scemi i Bradipi?

Quel che intendo significare è che questi sono etologi, ossia e nella classifica degli individui motivati da fini economici, coloro che probabilmente occupano gli ultimi posti. Eppure, a fronte di un behaviour così pericolosamente vicino alla consapevolezza, si spaventano e scelgono di non capire ciò che, in realtà, hanno capito perfettamente. Ammettere, infatti, che il Bradipo manifesta una concezione sacrale della propria dimora manderebbe a carte quarantotto l’intero impianto valoriale al quale fanno riferimento: il razionalismo.

È evidente, quindi, che qualcosa accomuna analisti, scienziati e ricercatori d’ogni ordine e grado. Questo qualcosa è la Direttiva Primaria, ossia il motore profondo del paradigma percettivo che usiamo per esistere e che, molto semplicemente, impedisce loro di oltrepassare un determinato limite conoscitivo ponendo, quindi, un problema anzitutto di ordine gnoseologico (modo di conoscere) e, di seguito, epistemologico (grado di certezza dell’atto conoscitivo).

Un problema che, tuttavia e a scuorn dei parrucconi, nella sua semplicità è quasi banale poiché si riduce alle conseguenze dell’attività censoria che il Centro Rettile, attraverso il Super-Io, dispiega durante ogni istante dell’attività di veglia. Il meccanismo è davvero semplice e si basa su un’unica domanda: quest’informazione contravviene in qualsiasi modo alla Direttiva Primaria? Se la risposta è no, l’informazione passa e da quell’istante diviene disponibile all’intero sistema. Se, viceversa, la risposta è sì, allora l’informazione è censurata. E l’etologo non riesce a mettere la palla in buca.

La morale, se proprio volete trovarne una, è che non esiste morale. Etica e morale sono categorie farlocche esattamente come lo sono la verità e la menzogna (v. L’Inarrivabile Verigna (o Menzorità)). Di conseguenza, il prender parte è sempre e solo il frutto di un auto inganno egoico e, in ultima analisi, suicida.

Che dire, considerato il panorama desolante fornito dalla natura umana … una prece per il Mago Oronzo.

 

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