Fuoco cammina con me

«Nell’oscurità di un futuro passato
il mago desidera vedere.
Un uomo canta tra questo mondo e l’altro.
Fuoco, cammina con me»

Dopo aver indagato il mistero dell’acqua, è tempo di scherzare col fuoco.

Fra i 4 elementi è senza dubbio quello a me più simpatico e congeniale, anche perchè rispetto agli altri, è l’unico che difficilmente in natura troviamo a portata di mano: se aria, acqua e terra possiamo sperimentarli direttamente ogni giorno, il fuoco dobbiamo accenderlo.

Lo strumento del mago

Il fuoco è lo strumento magico per antonomasia, lo strumento del mago che, conoscendone i segreti, può ammaliare il suo pubblico (non a caso, prima in casa si passava la sera attorno al fuoco, ora alla TV).

Fra le esperienze più semplici di trasformazione magica, che possiamo provare ogni giorno (dopo aver, ovviamente, acceso il fuoco), c’è sicuramente quella di cucinare. Trasformare un elemento in cibo, rendere la materia assimilabile, cambiare colore alle verdure o alla carne, mescolare gli ingredienti per ottenere, dopo averli messi a contatto col fuoco, cibo fonte di vita.

Il fuoco si alimenta, e ci alimenta, consente ad acqua, terra e aria di diventare Pane, di entrare nel nostro corpo e di essere trasformato in sangue, rosso come il fuoco che ci nutre e come il vino che ci disseta e ci inebria, riempiendoci le viscere e la testa del sacro fuoco degli dei, una delle chiavi per entrare in contatto con il mondo del potere e della magia. Basti pensare ai riti dionisiaci, o al salto del fuoco che gli iniziati compiono per diventare adulti e portare il proprio corpo oltre la dimensione del noto.

Il fuoco appartiene a chi ha un ingegno sviluppato: come Prometeo (“colui che riflette prima”) che lo donò all’umanità, come Ulisse che, grazie allo stratagemma del Cavallo, portò alla distruzione di Troia.

Tuttavia, attenzione a non bruciarsi col fuoco perchè elevare troppo l’ingegno, alzare la fiamma, porta poi a bruciarsi e a fare la fine di Icaro, o di Polifemo, accecato dal fuoco del vino.

Rossofuoco

Senza dubbio, il fuoco è uno degli elementi che più hanno a che fare con l’azione di Rosso: la spinta all’azione, appunto, la passione erotica, lo stimolo a muoversi da una situazione di stasi, il fuoco rivoluzionario. È necessario bruciare, purificare le scorie del tempo passato per portare avanti un nuovo ordine nella nostra vita (come fanno spesso ragazzi e ragazze che vogliono dimenticare l’innamorato, dando fuoco ai ricordi).

Non a caso il nemico, passatemi il termine, del fuoco non è tanto “l’acqua” come potremmo pensare per una dialettica semplice degli elementi, ma il ghiaccio. Il ghiaccio blocca le emozioni, il ghiaccio è paura, terrore, freddo, stasi, immobilità. Grazie a Rosso e al fuoco possiamo iniziare a scioglierci e a bruciare il nostro burattino, risorgendo come l’Araba Fenice, anzi Felice perchè il fuoco della risata è l’arma più splendente del guerriero!

SPOILER ALERT!

Parlando in termini “mondani”, e prendendo spunto da una delle saghe più avvincenti delle ultime annate televisive, è grazie al fuoco della regina dei draghi che l’immobile Jon Snow inizia a muovere i passi lontano dal ghiaccio della Barriera. Fuoco letterale ma anche fuoco di passione (dopo la breve parentesi con la Rossa Ygritte…) che lo spingerà ad entrare nel vivo dell’azione e a scoprire che dentro di lui non c’è solo neve (Snow) ma il fuoco della famiglia Targaryen.

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Molto presumibilmente, i due figli del fuoco dei draghi, insieme al nano Tyrion (ingegno, eros e vino!) salveranno il mondo dall’invasione degli uomini di ghiaccio, essenze Rettili glaciali che potranno essere sconfitte solo se le emozioni e le pulsioni di Rosso, del fuoco, troveranno la guida dell’intelletto in una convivenza armoniosa e fruttuosa.

The End

Me ne stavo in piedi, davanti al tondo lucente, quasi inebetito dall’emozione che permeava tutto il mio essere. Sapevo di averlo creato io stesso e che avrei dovuto entrarci per attraversarlo, ma indugiavo poiché non avevo un’idea precisa di cosa avrei trovato dall’altra parte.

  • Mi scusi, signore. È questa la fermata del 38?
  • Sì, certo.
  • Sa quando passerà?
  • Ah, no. Questo, nessuno lo sa.
  • Come nessuno, è possibile che un mezzo che fa un servizio di trasporto pubblico non abbia orari certi? Come fa l’utenza a poterne usufruire?
  • L’unico modo è restare qui, sotto questa pensilina ad attendere che passi. Prima o poi, accadrà, mi creda.
  • Ma … ma … è assurdo. Io non posso perdere la giornata qui, sotto una pensilina! Ho doveri che mi attendono, sa? Una famiglia alla quale badare. Un mutuo!
  • Non so che dirle, amico mio. Per quel che mi riguarda, la mia scelta l’ho fatta tempo fa.
  • E quando, se posso chiedere?
  • Oh, beh … ormai saranno quasi quarant’anni.
  • Mi sta dicendo che lei sta qui, sotto questa pensilina, da quasi quarant’anni?
  • Sì.
  • Lei è pazzo, senza meno. E io non mi unirò alla sua follia. Ho delle responsabilità, io. Buongiorno, signore.
  • Buongiorno a lei, ma stia attento al fuoco.
  • Fuoco? Quale fuoco?
  • Dicono che sia scoppiato un incendio al Bar Profondo.
  • Ah, sa cosa le dico? Che lei, oltre che pazzo, è anche un menagramo! Si vergogni!

 

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