Davide e Golia

Blackrock è una società d’investimento, la più grande al mondo. Gestisce un patrimonio di seimila miliardi di dollari. Se consideriamo che le entrate dello stato italiano nell’anno 2017 sono state di 568 miliardi di euro (fonte), pari a circa 698 miliardi di dollari, diviene evidente come il rapporto fra noi e Blackrock sia di uno a dieci.

Ora, Blackrock è stata fondata nel 1988 da Robert Steven Kapito e Laurence Douglas ” Larry” Fink, entrambi ebrei, all’interno del Blackstone Group, come gruppo di gestione finanziaria ed è fra quelle società che periodicamente acquistano i nostri buoni del tesoro finanziando, in questo modo, il nostro debito.

Ebbene, ieri Scott Thiel, vice responsabile per gli investimenti di Blackrock, riguardo all’esito delle elezioni italiane ha rilasciato la seguente, testuale dichiarazione:

È stato il peggior risultato possibile e ancora i mercati non hanno reagito per niente. Se i timori e le paure non colpiscono i titoli di Stato italiani, cosa lo farà?

Sembra un avvertimento mafioso? No, lo è senza il minimo dubbio e tradotto suona più o meno così: “attenti a quel che fate perché siete a un passo dal finire come la Grecia”.

In effetti, è questo il modo usato da questi squali per comunicare con le prede più riottose. Costoro, nella descrizione di Lobaczewski, sarebbero i patocrati (v. Predatori e Prede), ossia i veri padroni del mondo, nascosti dietro ai politici.

Tuttavia, Thiel è solo l’ultimo. Immediatamente dopo il 4 marzo, Fitch Ratings ha mandato un primo segnale esprimendo dubbi sulla tenuta dell’Italia e, qualche giorno fa, Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale, s’è spinta oltre suggerendo (ma è eufemistico) per le pensioni in essere di tagliare le quattordicesime, di ridurre le tredicesime nonché di metter mano alle reversibilità. E, sulla medesima linea, si sono espresse sia la Commissione Europea, sia la Banca Centrale che, con il FMI, formano la famosa Troika, ossia l’insieme dei creditori ufficiali durante le negoziazioni con i paesi.

Insomma, pare un plotone d’esecuzione. Roba che Riina e Provenzano je fanno ‘na pippa a questi. La domanda, quindi, è: siamo condannati a fare la stessa fine di Alexīs Tsipras e dei cugini greci? Lo ricorderete il primo ministro della Repubblica Ellenica eletto il 21 settembre 2015, l’uomo del popolo che i sunnominati squali hanno schiacciato come uno scarafaggio in meno di tre mesi (le metafore zoofile si sprecano in quest’articolo), al punto che nel dicembre 2015 il Parlamento greco approva diverse misure di austerità, tagli alla spesa pubblica e nuove tasse. Certo, sarebbe interessante sapere come hanno fatto gli squali a piegare Tsipras in così breve tempo. Tuttavia, ciò che qui rileva è capire se e come riusciranno a piegare Salvini e Di Maio.

Ricattarli pare improbabile perché tutto il materiale imbarazzante per i due è già stato ampiamente saccheggiato durante la trascorsa campagna elettorale. E allora non resta che usare le maniere più brutali. In effetti, la sola Blackrock potrebbe metterci in ginocchio dato che fra spesa corrente e spesa in conto capitale, per noi è vitale il ricorso al mercato. È evidente che se un acquirente di quel livello venisse a mancare, sarebbero cazzi.

Il problema, allora, è capire se l’UE (basta togliere l’apostrofo e il gioco è fatto) può permettersi di sacrificare un membro come l’Italia senza correre un serio rischio di deflagrazione.

Infine, penso che l’intera partita si giocherà su questo. E sì, a prescindere dal risultato ci sarà da ridere (o da piangere, fate voi).

 

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