Non So Leggere, Ma Intuisco

Non mi è ancora chiaro se Giggino Di Maio è un furbacchione che sta usando Salvini, oppure se è vero il contrario. Con ogni probabilità e come sempre, in medio stat virtus. Ossia, forse i due stanno giocando una partita al rialzo, essendo ignoto a entrambi, almeno per il momento, quale sia il punto di rottura del rispettivo avversario.

Durante le ultime ore, in effetti, registro un leggero vantaggio tattico in favore di Matteo Salvini, essendo Giggino Di Maio caduto improvvidamente nella trappola (forse, inconsapevole) tesagli dalla Meloni con la richiesta di messa in stato d’accusa di Mattarella.

Salvini, infatti, non li ha seguiti su questa china pericolosa. Ha preso tempo e Forza Italia è sembrata volerne profittare, avendo negato in anticipo la fiducia a Cottarelli. Tuttavia, troppe cose sono cambiate a seguito dell’intenso petting intercorso fra M5S e Lega in occasione della stesura del contratto di governo. Tanto che una ricomposizione del centro-destra appare sempre più improbabile.

Berlusconi è ridotto all’ombra di se stesso. Non ci sta più con la testa e pare, ormai, preda stabile dei pescecani dei quali s’è circondato nel tempo (Letta e Ghedini soprattutto) e ai quali delle sue aziende importa meno di zero. Non a caso, sono stati costoro a persuaderlo a lasciar libero Salvini di tentare un accordo con Giggino Di Maio. Tuttavia e come cennato, il problema è che tale frequentazione non solo ha cambiato i due ragazzi, ma ha trasformato in modo profondo e, per come la vedo io, irrimediabile anche l’essenza stessa dell’intesa che aveva tenuto insieme, a fatica, la coalizione di centro-destra. Con la conseguenza che, adesso, la hybris salviniana appare davvero del tutto fuori controllo, al punto da spostare l’imprevedibilità dello scenario in atto a un livello pressoché assoluto.

In tutto questo bailamme si è mosso Mattarella il quale s’è reso protagonista di quella che il compianto Gianni Brera avrebbe definito una corbelleria sesquipedale (una cazzata con sei piedi), assumendo, proprio alla fine di una crisi senza fine, la decisione peggiore che avrebbe mai potuto prendere.

Il problema è capire se quella di Mattarella sia stata una decisione maturata autonomamente, oppure se sia stato costretto da qualcuno. Dai mercati, si potrebbe rispondere. Sì, vero ma, sapete, un conto sono i mercati, altro sono i mercanti. E siccome, proprio come il principe, non so leggere, ma intuisco, ebbene la mia intuizione insiste nel presentarmi uno scenario nel quale c’è un tizio che tiene Mattarella per la cravatta (la versione fashion del guinzaglio) e, senza bisogno di profferir parola, dà solamente un piccolo strattone, al ché quello scatta sull’attenti e provvede come da copione.

Ho sempre detestato le cravatte, tanto che al mio matrimonio optai per un papillon.

 

2 Risposte a “Non So Leggere, Ma Intuisco”

I commenti sono chiusi.