Il Daziere

La storia dell’Unione Europea è tutta da ridere ed è magnificamente resa dal racconto dei capponi di Renzo Tramaglino. Ricorderete che Renzo si reca da Azzecca Garbugli portando seco due capponi da donare all’avvocato di Lecco (detto, altresì, Dottor Pettola o Dottor Duplica), al quale intende chiedere una consulenza.

Ebbene, durante il tragitto, Renzo sbatacchia gli animali senza troppi complimenti e questi, proprio in ragione di tale tormento, non smettono di litigare fra loro, non rendendosi punto conto che il responsabile del loro disagio non è il collega, bensì colui che li tiene per le zampe.

Ecco, dalla mezzanotte di ieri, The Donald ha azionato i famosi dazi su acciaio (25%) e alluminio (10%) e, nel medesimo tempo, ha incaricato il Dipartimento del Commercio di eseguire un’indagine tesa ad appurare se l’importazione di automobili venga a costituire una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Va da sé che, a fronte di un esito positivo dell’indagine suddetta, scatterà il divieto d’importazione di veicoli dall’estero, con la conseguenza che per Mercedes, Volkswagen, Audi, Volvo e Renault saranno cazzi (si salva, forse, BMW che, da tempo, ha aperto stabilimenti in USA).

Oggi, Junker (in un breve istante della giornata durante il quale mostrava una relativa sobrietà) ha risposto a brutto muso: “ci saranno contromisure!”.

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Ora, in base agli ultimi dati disponibili (2015, fonte ONU COMTRADE), gli USA hanno importato merci per un totale di €2.078 mld (+17,9% rispetto al 2014) e ne hanno esportato per un totale di €1.354 mld (+10% rispetto al 2014), registrando un disavanzo commerciale di 724 miliardi di Euro (+542 mld rispetto al 2014).

Facile capire perché lo stesso Trump, circa un mese fa, twittò: “le guerre commerciali si vincono facilmente”. Perché è evidente che gli USA possono solo guadagnare da una contrazione del loro import, mentre tutti gli altri (Europa compresa) han solo da perdere. Ora, vorrei specificare che non sono un economista. Tuttavia, mi chiedo: cosa vorrebbe fare Junker, almeno durante le sue fasi sobrie? Imporre dazi su jeans e burro di noccioline? Non è solo ridicolo. È penoso.

Veniamo così al punto. Dall’adozione della moneta unica la strategia economica dell’Europa, almeno per quel che riesco a vedere io, è stata caratterizzata dalla spinta dell’export e, quindi, dalla compulsiva ricerca di surplus commerciale, deprimendo la crescita della domanda e degli investimenti interni agli stati membri. Una filosofia imposta dai tedeschi e che ha impoverito viepiù il sud dell’europa (Spagna, Italia, Portogallo, Grecia e Francia) e, viceversa, arricchito paesi come Germania, Austria, Paesi Bassi e Finlandia.

Nota – Soprattutto dal 2008, si è registrato un crescente squilibrio tra i paesi in strutturale surplus verso l’eurosistema e quelli in deficit. Cosa che rende difficile finanziare il disavanzo delle parti correnti dei paesi indebitati. Da qui la richiesta ossessiva di rigore nei conti che viene dai paesi in costante attivo. Chi fosse interessato a quest’aspetto della faccenda può approfondire lo studio del c.d. Target 2.

Ecco qua, la morale di tutta questa vicenda è che, as always, la vita sta sempre un pezzo avanti e, quando meno te l’aspetti, ti fa cadere. Nello specifico s’inventa un Donald Trump qualsiasi, il classico bullo nella stanza dei bottoni che, guarda un po’, con una politica protezionista e in totale controtendenza alla strategia della globalizzazione, minaccia di ridurre sul lastrico l’industria automobilistica tedesca.

Al punto che Frau Merkel, prima rifiuta il suo appoggio al bombardamento della Siria (chiamandosi fuori dal trappolone teso alla Russia da francesi e anglosassoni) e poi vola in Cina alla disperata ricerca di nuovi mercati che possano assorbire la produzione tedesca.

Non solo, l’intrombabile culona si trova altresì nell’imbarazzo di dover scegliere fra Ucraina (che vorrebbe annettere all’UE) e Putin, nel lettone del quale si vorrebbe infilare per poter fare di lui un ulteriore acquirente del prodotto tedesco. Le mancano solo India e Brasile anche se, per un tedesco, quelli sembrano lidi più difficili da frequentare. Well see.

Nel frattempo, ci teniamo i deliri alcolici di Junker che ci fanno divertire, insieme allo spettacolo, tutto manzoniano, degli stati europei che si azzannano fra loro, inconsapevoli del fatto che “il nemico” sta da un’altra parte.

 

3 Risposte a “Il Daziere”

  1. Beh, se la Germania scopre e auspica ora la necessità di una compattezza dell’Europa per far fronte al comune antagonista Yankee, forse dovrà cominciare a considerare anche l’opzione, finora trascurata, di rendersi un po’ meno invisa.
    Non sarà facile perché, ove ricevesse aiuto dovrebbe dimostrare riconoscenza e la riconoscenza, per la Germania, sembra cosa a cui dovrebbero pensare solo gli altri Paesi.

      1. Già arrivata una. Può essere certo un puro annuncio ma la Merkel riconosce oggi che l’Italia è stata lasciata sola sui migranti.
        Ma guarda un po’…

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