Love Will Tear Us Apart, Again

Questo è il resoconto di una lunga storia d’amore, e di come, passo dopo passo, lacrima dopo lacrima, cadavere dopo cadavere, sono venuto al mondo.

Genesi

In principio c’era un cucciolo biondo, che rispondeva al nome di Sven. Possibili origini vichinghe, nonostante chi lo avesse messo al mondo non si fosse mai mosso al di fuori del confine segnato fra la Tuscia e la Marca Anconitana.

Sangue metà paesano, metà cittadino, il giovane Sven crebbe in una modalità standard, tutta casa e chiesa. Grazie a Battiato, Jung, l’amore per la filosofia pratica e i fratelli creatori di Matrix, un giorno si trovò di fronte alla porta dello Stregone Otario Sprants.

Innamorato com’era del mistero e dei giochi della psiche, fu catturato in un attimo dalla rete costruita apposta per lui dai suoi Nuclei Alogeni, e si trovò di fronte la strada del Filo. La ricerca di un maestro durata tutto il suo primo ventennio di vita, sembrava arrivata finalmente a portata di mano. Per questo Otario gli mollò un ceffone sonoro e poderoso che lo fece iniziare a sanguinare, iniziando a fare a pezzi la sua Falsa Personalità. L’amore ti farà a pezzi, baby. Così mollo la pretesa di avere padri putativi, maestri invisibili, santoni e sciamani, per seguire la strada dello Spirito, all’ombra bonaria, crudele, spietata e impeccabile di Otario Sprants, il suo primo e indimenticato amante Stregone.

Arriva Kunt Witko

Durante un momento di dormiveglia, Sven ricevette il battesimo dello spirito: il Filo lo accoglieva col nome guerriero di Kunt Witko, una sorta di cavallo pazzo, ma per la gnocca. Non poteva ancora saperlo ma quel marchio sarebbe stato il primo e più duro mostro da distruggere.

Kunt era ancora giovane e inesperto, fuggì davanti al primo ostacolo, la missione del primo gruppo (che fu allo stesso tempo una salvezza per quel piccolo esserino implume). Sentiva l’odore del potere ma ancora se la faceva sotto, proprio come si cagava sotto di fronte alle donne e al loro potere naturale.

Per questo Honros, la sua seconda guida, decise di darlo in pasto alla sua strega prediletta: Cham. Per la prima volta sarebbe dovuto sottostare ai dettami di una donna. Fingeva di essere pronto e prono, ma allo stesso tempo aveva paura e la sua importanza personale lo portava a non voler sottostare all’apprendistato con la strega. Ma l’impeccabilità e l’amore della Mantide, invece di farne un sol boccone, lo costrinse a rintanarsi prima a leccarsi le ferite nel suo bozzolo, per poi trovare le energie e le forze di farlo a pezzi e uscirne un Kunt nuovo, più aperto al potere ma ancora poco avvezzo alla comunicazione con il lato femminile. L’amore lo aveva fatto a pezzi, di nuovo.

Il passaggio di Testimone

Kunt ora iniziava a muoversi sulle proprie gambe, ma c’erano ancora molti nemici da abbattere: importanza personale, false personalità, la paura della femmina e quel collare rosso fiammante che Cham aveva visto stretto intorno al suo collo. Un simbolo di potere ma anche di sudditanza.

Fu allora che sulla strada del filo arrivarono due nuove streghe: Tereza e Maya. La prima fu un regalo di cui parleremo in seguito, la seconda fu una manna dal cielo.

Ovviamente, come già approfondito in un vecchio articolo, Kunt diventato ora Testimone dell’eggregora che si stava lì lì formando, si innamorò perdutamente della regina Maya. Fu quello il momento ideale per un agguato di dimensioni epiche, che lo portò a scindere l’amore “rettile” da quello “emotivo” e “intellettuale” e fare chiarezza su questi tre centri che, di fronte ad una donna, lo facevano diventare una marionetta della volontà di vivere.

Da questa battaglia d’amore con la regina, tutta avvenuta dentro di sè, nacquero due creature meravigliose: Celeste, una giovane creatura forte anche se ancora in via di sviluppo, e BeoWulf, un guerriero maestoso che si mise al servizio della regina Maya, per proteggerne la missione che aveva ricevuto dal Filo. L’amore lo aveva fatto di nuovo a pezzi, questa volta addirittura due.

Beowulf e Celeste crescevano sereni nonostante le numerose battaglie che la Real Life poneva inanzi a loro e agli altri guerrieri. Molti nemici ci avevano rimesso le penne, finchè giunse l’ora di porsi di fronte allo specchio.

Specchio specchio delle mie brame… chi è il più bello del reame?… “Sticazzi!”

Nel gruppo di guerrieri da tempo lottava, alla ricerca dello Stato Terzo, anche una giovane guerriera di nome Nina. Beo e Nina andavano d’accordo, ma c’era un nemico invisibile che serpeggiava fra di loro, come un novello serpente tentatore. Quando uno tirava un diritto, l’altra rispondeva con un rovescio per soverchiare il compagno-avversario.

Una delle loro FP più difficili da combattere era infatti il desiderio di rivalsa nei confronti dell’altro, una rivalsa intellettuale che poneva radici fin dai tempi in cui Sven era uno scolaretto diligente e preparato, che doveva confrontarsi in classe con ragazze che volevano per forza dimostrare di essere più brave di lui. A quale fine? Boh! Lui se lo chiedeva da sempre, per questo non volendo competere sul piano intellettuale, si sfogava su quello sessuale cercando prede da lui considerate stupide, su cui avere la meglio.

Nina non era una preda, assolutamente. Era una strega buona, magari un po’ troppo logorroica e invasiva degli spazi di quiete, ma comunque se gli altri ne pensavano un gran bene, “allora sono io il problema e devo agguatare”, pensava Beowulf nei momenti in cui i messaggi di Nina lo facevano indispettire.

Grazie a Nina e al suo amore per lei, Beowulf imparò a fare a pezzi quella parte di sè che non considerava una donna in grado di essere intellettualmente migliore di lei, portandolo a urlare STICAZZI di fronte alla sfida in cui si era lasciato coinvolgere. Nina dice che sono un’esca per i parassiti? STICAZZI dimostrerò il contrario. Nina dice che non capisco un cazzo? STICAZZI, sarà vero. Nina mi tratta con sufficienza e a volte non mi fa sentire importante come dovrei? STICAZZI, non devo dimostrare nulla. Nina si è incazzata a morte con te per averla tratteggiata come un cesso sesquipedale? STICAZZI, niente senso di colpa, sono libero di dire quello che voglio.

Nina accusa la tua sorella strega di non essere impeccabile, solo perchè l’ha ferita, fatta a pezzi, come anni fa aveva fatto con Kunt? EH NO! Ora ascolto il suggerimento di Celeste e con la massima gentilezza le ricordo che il Filo non è adatto a chi non sa chiedere scusa e guardarsi allo specchio, per paura di vedere il marcio parassita che prova a farci a pezzi.

Nina abbozza, Nina scappa via e facendolo BANG! Anzi: BIG BANG! (cit.)

Celeste muore, e lascia spazio a Penelope, la donna paziente in attesa del ritorno del suo amore.

Beowulf al chiarore della luna si straccia le vesti come Kaifa, riconosce il collare che Sven si era lasciato crescere, accetta la conciliazione degli opposti e lanciando un urlo e un ululato mostruoso, generando tuoni fulmini e saette, dona finalmente al Filo un nuovo guerriero. L’amore di Nina lo ha fatto a pezzi, again and again

Benvenuto Loki, e grazie per tutto il pesce.

PS: Nina, non aver paura di tirare un calcio di rigore in quella enorme porta dove è scritto “Scusate”.

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