Lilith

Lilith
Figura 1: Queen of the Night (British Museum)

Prefazione

Tutti i miti esistenti nascono, nella loro forma primordiale, in epoca antidiluviana, quando il potere femminile regna incontrastato e i ritmi della stregoneria governano il paradigma percettivo della Femina Sapiens.

Nota – Nell’intero lavoro la razza umana sarà indicata dalla locuzione Femina Sapiens (in luogo di Homo Sapiens).

Tuttavia, prima d’iniziare l’analisi della figura di Lilith vi sono almeno due concetti che devono essere richiamati in modo specifico. Il primo è ciò che abbiamo definito Principio Autistico (PA), ossia l’incapacità nativa di ogni singola monade di comunicare con qualunque altra monade (incapacità che si estende di necessità all’intero Monadic Cloud). Tale incapacità deriva immediatamente dalla Coscienza Creatrice che, essendo sola per definizione, manca totalmente anche solo dell’idea di comunicazione e che, di conseguenza, pur essendo cosciente, è priva di qualsivoglia forma di consapevolezza.

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Figura 2: Monadi isolate dal Principio Autistico

Ora, tenendo sempre presente che stiamo descrivendo i primi istanti della nascita della coscienza per l’effetto dell’ingestione delle Chiavi Biologiche (CB), pare facile osservare come, in questa fase iniziale, sia stato proprio il Principio Autistico a mantenere prossimo allo zero il livello psicoentropico (per il concetto di psicoentropia vedi Apocalypse) conservando, di conseguenza, al suo massimo valore il c.d. potenziale di relazione fra gli individui. Ciò che si deve immaginare, quindi, è questo insieme di Monadic Clouds (in quell’inizio, pochissimi) totalmente sgranati al loro interno e che fanno dell’essere umano un’entità cosciente nella quale, tuttavia, il livello di consapevolezza è appena al di sopra dello zero giacché ciascuna monade è convinta d’essere unica. Ben presto, però, la percezione della sofferenza da parte della neocortex, nonché la sua rielaborazione in forma di Dialogo Interno (DI), tende a cambiare questo stato di cose.

All’inizio, ovviamente, si tratta anzitutto di sofferenza fisica la quale, tuttavia, mette un tempo assai breve a trasformarsi in sofferenza emotiva e ciò è dato proprio dalla velocissima espansione della neocortex la quale determina, necessariamente, un incremento consapevole, ancorché lento e profondamente ingenuo (esattamente come avviene nei bambini). Se a ciò, poi, uniamo l’azione della presenza interferente (K) introdotta dalle Chiavi Biologiche, l’effetto ottenuto è che, sotto la pressione della sofferenza emotiva, talune di queste monadi inizino ad apprendere la capacità di comunicare tra loro. Ebbene, questo sviluppa certamente dei proto linguaggi ma, soprattutto e per quel che qui rileva, stabilisce fra tali specifiche monadi dei rapporti definitivi (sul Filo si afferma che queste monadi si firmano vicendevolmente). Ecco, tutto ciò se da un lato principia un incremento psicoentropico, dall’altro e dato il rapporto di proporzionalità inversa, inizia a erodere il potenziale di relazione fra individui diversi giacché, con il succedersi delle generazioni, i Monadic Clouds torneranno sempre meno sgranati e, di conseguenza, sempre più informati e smaliziati. Una malizia derivante proprio dalle connessioni monadiche pregresse.

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Figura 3: Monadi che hanno stabilito un legame perenne, firmandosi vicendevolmente.

In Figura 3 le monadi sono rappresentate da colori diversi (in questo caso nero e blu), giacché, come vedremo fra poco, la logica adottata prevede la presenza di dodici tribù, ciascuna delle quali caratterizzata da uno specifico colore. Ora, la figura proposta, mostra che i legami sopra descritti si possono instaurare sia fra monadi appartenenti alla stessa tribù (le monadi nere firmate dal triangolo giallo), sia a tribù diverse (le monadi nera e blu firmate dal pentagono rosso).

Nota – La suddetta firma con ogni probabilità è un’informazione analogica e, tuttavia, univoca. Esattamente come può esserlo un firma digitale e ha, come conseguenza, che a ogni chiamata (ossia, al concepimento di un nuovo essere umano) la singola monade trascinerà con sé tutte quelle che condividono la medesima firma.

Questo, come detto, è un effetto diretto della sofferenza dei singoli individui ed è la fonte dei c.d. Nuclei Alogeni i quali, a lungo andare, sono destinati a crescere in dimensione e potenza, nonché a essere caratterizzati dalle ibridazioni del tutto casuali già ampiamente descritte nei lavori che trovate sul blog.

Il secondo concetto fondamentale da tenere ben presente è derivato dalle c.d. benedizioni di Giacobbe (Genesi 49, 50) dalle quali ho derivato i tratti psicologici fondamentali che caratterizzano ciascuna delle dodici famiglie monadiche:

Ruben  Forza
Simeone  Violenza
Levi  Prevaricazione.
Giuda  Regalità.
Zabulon  Curiosità.
Issacar  Schiavitù.
Dan  Giustizia.
Gad  Lotta Perenne.
Ascer  Abbondanza.
Neftali  Sensualità e Bellezza.
Giuseppe  Consapevolezza.
Beniamino  Predazione.

Ora, è opportuno tenere conto del fatto che questa caratterizzazione appartiene a un’epoca certamente post-diluviana. La sua redazione definitiva, infatti, è collocata fra il VI e il V secolo a.C. a opera di autori del tutto sconosciuti. Ciò comporta che una tale caratterizzazione è il frutto di un’evoluzione monadica antica di almeno trentamila anni. In altre parole, non nasce dal nulla, bensì sulla scorta di un’elaborazione sia consapevole, sia inconsapevole di concetti primitivi fra i quali, almeno per come la vedo io, vi sono anzitutto quelli di immediata derivazione rettile, ossia:

  1. Forza;
  2. Violenza;
  3. Prevaricazione;
  4. Schiavitù;
  5. Lotta perenne;
  6. Predazione.

Sopra questi, per via filogenetica, s’innestano i tratti legati al centro emotivo:

  1. Regalità;
  2. Abbondanza;
  3. Sensualità e Bellezza;
  4. Curiosità.

Infine, quelli legati al terzo cervello, la neocorteccia:

  1. Giustizia;
  2. Consapevolezza.

Ecco, a me pare evidente che per moltissime migliaia di anni dal primo incontro con le Chiavi Biologiche, la Femina Sapiens abbia ancorato l’esperienza cosciente soprattutto ai tratti rettili ed emotivi. Altrettanto evidente mi sembra il fatto che i tratti propri del terzo cervello abbiano dovuto attendere lo sviluppo di un Super-Io razziale (e individuale) sufficientemente potente.

Ora, sulla base di tale supposizione, è facile ipotizzare la graduale nascita di una prima generazione di Nuclei Alogeni. Una cosa che, giustappunto, deve aver preso decine di migliaia di anni e ciononostante lo sviluppo velocissimo della neocortex. In effetti e come premesso, questo suggerisce l’esistenza di un’inerzia importante fra l’informazione genetica veicolata dal carrier psilocibinico e lo sviluppo del frutto realmente ambito: la consapevolezza.

Teniamo, quindi, ben presenti questi due fenomeni, ossia il lentissimo superamento del Principio Autistico  il quale va di pari passo con l’altrettanto lenta espansione della consapevolezza che, partendo da un’ampia base rettile ed emotiva, ha costruito, unitamente alla suddetta prima generazione di NA, il fondamento di tutti i miti successivi.

Lilith

Di lei si trova la prima traccia nella religione mesopotamica, tuttavia e in base a quanto già esposto, la sua nascita risale all’alba dei tempi, ossia al momento dell’incontro della Femina Sapiens con la psilocibina. E l’immagine in Figura 1, a mio avviso, lo dimostra molto chiaramente essendo, in realtà, l’effige di un teriantropo (dal greco therion, animale selvaggio e anthropos, essere umano). Si tratta di una figura femminile, completamente nuda con le estremità inferiori in foggia di artigli da uccello rapace e dotata di ali. Il British Museum la descrive con un copricapo dotato di quattro paia di corna sormontate da un disco. Anche dando per buona tale descrizione (in effetti, potrebbe non trattarsi di un copricapo, bensì di autentiche escrescenze cheratinose), l’immagine è inequivocabilmente quella di una creatura femminile che sta a mezza via fra il mondo animale e quello degli esseri umani: un teriantropo, appunto o, per usare il linguaggio sciamanico, una shapeshifters (mutaforma).

Ciò a significare che Lilith nasce dal potere stregonesco della Femina Sapiens, una donna bambina alla quale la psilocibina ha donato l’accesso a un potere enorme (in forma di una rete neurale in rapidissima espansione) che, in assenza di un Super-Io sia individuale, sia razziale è capace di portarla verso potenti spostamenti verso il basso del Punto d’Unione (vedi Il Doppio Mnestico – Seconda Parte) e che, nel medesimo tempo, dà la stura alla nascita della prima generazione di Nuclei Alogeni, i quali si legheranno per sempre a questo tipo di spostamento percettivo, gli stessi che, probabilmente già in quel lontanissimo passato, iniziarono a costruire un Corpo Sognante attraverso la pratica del sogno lucido.

Non solo, giacché è propria di quel periodo la nascita di parassiti oscuri in forma di deità ctonie, ossia generate dalle profondità della terra. Parassiti che esistono ancora oggi giacché continuamente alimentati proprio da quei Nuclei Alogeni profondamente egoici nati dalle pratiche stregonesche della Femina Sapiens, dominatrice incontrastata del pianeta almeno sino all’occultamento di Gobekli Tepe. Ricordo al lettore che il luogo fu seppellito sotto una collina di terra portata da esseri umani (con ogni probabilità maschi), forse proprio grazie alla spinta di un Super-Io razziale che, nel frattempo, era cresciuto in dimensione e conseguente potere. Fu il Diluvio, quindi, a concludere quella titanica azione di rimozione collettiva rispetto alle atrocità avvenute in quel remoto passato e a preparare, grazie al Patto, gli esseri umani alle atrocità che sarebbero state perpetrate dalla parte maschile durante i 7700 anni successivi.

Lilith, quindi, è uno di quei parassiti che sopravvive al passare del tempo ripresentandosi nelle religioni mesopotamiche come teriantropo. Anche questo per effetto del Patto il quale, grazie alla (simbolica) cessione del Potere dalla parte femminile a quella maschile in cambio del Piacere, determina una inevitabile demonizzazione del parassita. Non a caso, infatti, fra i sumero-accadici Lilith è indicata come donna demoniaca (ki-sikil-lil-la-ke), mentre nella mitologia babilonese Lilu, Lilitu e Ardat Lili formano una terna di demoni nella quale Lilu è il demone maschile, Lilitu quello femminile e Ardat Lili la figlia dei due.

Nell’ebraismo, Lilith è la prima moglie di Adamo, cacciata dal paradiso poiché si rifiutava di sottomettersi al volere dell’uomo. Nella bibbia compare un’unica volta in Isaia 34, 14 e il suo nome è tradotto con il sostantivo civetta. Tuttavia, nella Torah, almeno per ciò che si può reperire nel libro I miti ebraici di Robert Graves e di Raphael Patai, si può leggere questo segue:

Avendo deciso di dare ad Adamo una compagna perché non si sentisse solo del suo genere nel mondo, YHWH lo fece cadere in un profondo sonno, rimosse una delle sue costole,formò con questa una donna e richiuse la ferita. Adamo si destò e disse: ”Costei sarà chiamata donna perché è stata tratta da un uomo. Un uomo e una donna saranno la stessa carne”. Le impose il nome di Eva, la madre di tutti i viventi.

Alcuni dicono che nel sesto giorno YHWH creò uomo e donna a sua somiglianza, dando loro l’incarico di vegliare sul mondo; ma dicono altri che Eva non esisteva ancora. YHWH aveva detto ad Adamo di dare un nome a ogni animale, uccello ed essere vivente. Quando costoro gli passarono dinnanzi in coppie, maschio e femmina, Adamo, che era già un uomo di venti anni, si sentì invidioso del loro amore e benché cercasse di accoppiarsi, a turno, con ogni femmina, non ne ebbe alcuna soddisfazione. Quindi esclamò: “Ogni creatura ha la sua compagna, ma io non l’ho” e pregò YHWH di rimediare a quella ingiustizia.

YHWH allora formò Lilith, la prima donna, così come aveva formato Adamo, ma usando soltanto sedimenti e sudiciume invece di polvere pura. Dall’unione di Adamo con questo demone, e con un’altra chiamata Naamah, sorella di Tubal Cain, nacquero Asmodeo e innumerevoli demoni che ancora piagano l’umanità.

Adamo e Lilith non ebbero mai pace insieme, perché quando egli voleva giacere con lei, la donna si offendeva per la posizione impostale: “Perché mai devo stendermi sotto di te?” chiese. “Anch’io sono stata fatta di polvere e, quindi, sono tua eguale”. Poiché Adamo voleva ottenere la sua ubbidienza con la forza, Lilith irata mormorò il sacro nome di YHWH, si librò nell’aria e lo abbandonò. Adamo si lamentò con YHWH: “la mia compagna mi ha abbandonato”. YHWH mandò subito gli angeli Senoy, Sansenoy e Semangelof a rintracciare Lilith. La trovarono vicina al Mar Rosso, una regione dove abbondavano lascivi demoni, con i quali ella concepiva lilim in misura di più di cento al giorno.

Non riporto alcunché di quanto reperibile nel Talmud e nello Zohar poiché, soprattutto il secondo, appare gravido di una confabulazione egoica tale da renderlo sostanzialmente incomprensibile. Tuttavia, quanto sopra, basta e avanza per abbozzare un’analisi sufficientemente sensata.

Come s’è visto la Torah antepone il mito narrato da Genesi. Immediatamente dopo, però, riferisce la versione di altri autori (come i primi, del tutto sconosciuti) che narrano una vicenda diversa. Anzitutto, il fatto che la prima donna (Lilith) è creata insieme all’uomo. La sola differenza è che la polvere che genera Adamo è pura, mentre quella che genera Lilith è fatta di sedimenti e sudiciume. Ovviamente la cosa è del tutto priva di senso, tuttavia e come anticipato, si tratta dell’inevitabile conseguenza generata dal Patto.

Con ogni probabilità, quindi, questa seconda versione è, in realtà, quella originaria la quale, tuttavia e proprio per l’assurdità determinata dal confronto polvere pura vs sudiciume e sedimenti, è sostituita da quella che vede la femmina creata in un secondo tempo e da una costola del maschio.

Ora, il punto è la rielaborazione egoica delle informazioni che giungono dai Nuclei Alogeni giacché la crescita progressiva del Super-Io razziale sembra proprio andare di pari passo con l’ampliamento della consapevolezza e, di conseguenza, con l’affermarsi di una seconda generazione di NA orientati in modo opposto ai primi.

È il medesimo meccanismo descritto dalla Teogonia di Esiodo nella mitologia greca:

Da Caos nacquero Erebo e nera Nyx.

Da Nyx provennero Etere ed Emera

Dove Erebo (Oscurità) e Nyx (notte) sono Nuclei Alogeni di prima generazione dai quali scaturiscono quelli di seconda generazione Etere (la luminosità del giorno, l’aria superiore che solo gli dei respirano) ed Emera (il giorno).

Allo stesso modo, la produzione parassita dell’intero globo procede dalle profondità del pianeta verso l’alto, sino a spostarsi su alti monti (Olimpo) e, finalmente, in cielo, dimora del dio cristiano. Si tratta di un’evoluzione che riguarda la produzione parassita di ogni etnia e, all’interno di queste, di ogni singolo parassita, Lilith compresa. Questo perché la produzione parassita è un effetto indiretto delle pulsioni animiche provenienti dai Nuclei Alogeni. Pulsioni che, con il passare dei millenni divengono sempre più affinate e, di conseguenza, capaci di spingere alcuni Io Osservatori (i quali, lo ricordo, sono istanze animiche pure) verso un percorso di progressiva disidentificazione egoica.

Ora e a mente dell’inerzia esistente fra l’impulso dell’informazione genetica primigenia e la conseguente produzione della consapevolezza (nettare degli dei), i tempi richiesti affinché un tale processo giunga a termine sono evidentemente molto lunghi. E questo per due motivi precisi:

  • L’esistenza stessa di due generazioni contrapposte di Nuclei Alogeni le quali generano appetiti opposti (la prima ctonio, la seconda uranico);
  • L’azione della presenza interferente che sul Filo del Rasoio prende il nome di K.

Ebbene, la prima generazione di NA, come descritto, nasce dalla paura della morte. Paura alla quale la prima Femina Sapiens è esposta immediatamente dopo l’ingestione delle Chiavi Biologiche e che la spinge, tramite spostamenti verso il basso del Punto d’Unione sempre più potenti, a cercare una via d’uscita a quel destino ineluttabile. Tuttavia, queste donne così potenti, a un certo punto, dovettero prender coscienza del fatto che il cambiar forma non avrebbe offerto loro alcun tipo di soluzione rispetto al fine-vita. Di conseguenza e su spinta specifica dei loro NA, iniziarono a vedere nel mondo onirico una possibile, valida alternativa. In fondo, si trattava di esseri che avevano iniziato a produrre consapevolezza e quest’informazione, da sola, era in grado di spingere la loro curiosità e la loro intuizione in un modo che non avevano mai conosciuto prima.

Fu così, attraverso le informazioni che ricevevano dai propri Nuclei Alogeni (di prima generazione, ossia consolidatisi attorno al bisogno egoico di sopravvivenza), che quelle antiche streghe appresero i modi per costruirsi un Corpo Sognante (CS), ossia qualcosa che avrebbe dovuto sostituire il corpo fisico alla morte di questo al fine di trasferirvi la consapevolezza. Ciò che, tuttavia, non intesero mai fu che:

  • Ciascuna di loro possedeva già una Parte Immortale;
  • Nessuna Parte Immortale avrebbe accettato d’unirsi a un Doppio costruito da un Ego poiché questo avrebbe irrimediabilmente compromesso lo scopo di trarre la Coscienza Creatrice dalla Danza Folle.

Fu così che Lilith passò l’intera infanzia dell’umanità e che, sopravvivendo alle sue creatrici, superò il Patto comparendo nei miti più antichi a oggi conosciuti. Fu così che, molto lentamente, da dominatrice del mondo antidiluviano, passando per la demonizzazione profonda generata dal Patto, Lilith entrò in contatto con i NA di seconda generazione mutando se stessa prima in dea madre e, infine, nella stessa madre di dio. Prego il lettore di non equivocare il significato di tali affermazioni. Non sto affermando che il primigenio parassita abbia mutato se stesso in forme diverse, bensì che i Nuclei Alogeni di seconda generazione, sfruttando parte delle informazioni patrimonio delle monadi che li costituivano, hanno preso a modificare il mitologema (o, se volete, l’archetipo), creando altri parassiti, sempre più lontani dalle profondità della terra e sempre più vicini alle altezze celesti. In sostanza, si parla di una metamorfosi del parassita che passa attraverso la formazione di nuove forme le quali, tuttavia e nel caso di Lilith, descrivono sempre la medesima cosa: la mente umana come creatrice della consapevolezza.

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Figura 4: La madre della consapevolezza

Lilith, quindi, è solo una delle numerose forme dell’archetipo della mente umana, del terzo cervello o neocorteccia che dir si voglia. Un archetipo che ha attraversato i millenni e che, durante le varie ere, la confabulazione egoica ha modellato usando informazioni che traeva direttamente dei vari Nuclei Alogeni che si succedevano nel tempo.

In specifico, l’immagine che vedete in Figura 4 è propriamente la madre del bambino divino, ossia il frutto più prezioso dell’intero Multiverso: la consapevolezza. L’unico problema è che qui espone ancora una forma parassita fortemente compromessa dalla confabulazione egoica la quale, lo sappiamo, nasce dalla paura di chi siamo e del perché siamo qui.

Solo con la morte di dio decretata dal Nichilismo, quindi, l’Io Osservatore può riconoscere la mente per quello che è in realtà, ossia il mezzo con il quale la Femina Sapiens ha generato, nel sangue nella violenza e anche nell’amore, la consapevolezza necessaria a portare alcuni IO, sufficientemente disidentificati dal proprio Ego, alla verbalizzazione di una probabile soluzione alla Danza Folle: lo Stato Terzo.

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