Mi perdo nel caldo del meriggio maturo,
Disordine entropico agita il cuore nero
E monete vorticose paventano istanti
Gonfi di Nulla, amari e velenosi
Come serpi nell’arena nascoste.
Torno in me, mi adeguo, taciturno
All’incertezza dell’istante che occulta
La testa letale che scatterà come dardo lucente
Sino alla gola lasciata scoperta.
In attesa condita di pigre movenze
Che agitano lentamente il corpo
Mentre i sensi languono chiedendo
La grazia di un narcotico profumato,
Il mondo va in pezzi che muovono
Dal centro di gravità per fiondarsi,
Muti e svogliati, nel Nulla più oscuro.
Non li seguo, li osservo privi come sono
Di un senso definito, di una causa reale.
È questo ritmo pigro e silente
A scandire il tempo necessario
All’inizio della Danza di Rosso
Alla quale mi appresto curioso
Come fosse sorpresa nascosta
Nelle fauci del verro infernale
Che grugnisce schiantando ogni certezza.
Mi appresto, m’avvicino e nascostamente
Osservo ogni dettaglio perché so
Che lì si nasconde il diavolo.
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