Nuclei Alogeni – Struttura

i_motif_DNA

Premessa

Quanto segue può essere letto come un semplice divertissment. Oppure no. La cosa dipende sempre e comunque dall’osservatore che, nella fattispecie, è giustappunto definito lettore.

In effetti, l’idea nasce dall’articolo DNA e Monadic Cloud (del quale si consiglia la lettura o l’eventuale rilettura). Articolo nel quale è assunta come tesi di fondo l’asserzione che il processo creativo è un fenomeno che vede il più denso procedere dal più sottile e non viceversa. In specifico, è enfatizzata l’affermazione che vuole il DNA umano come volto fisico del Monadic Cloud, laddove il volto psichico è concretato dai Nuclei Alogeni. Con la conseguenza che, partendo da tale assunto e principiando dalla configurazione del DNA umano, dovrebbe essere possibile, se non altro a grandissime linee, descrivere la struttura di un Nucleo Alogeno (NA).

Questo è propriamente ciò che cercherò di fare nel presente lavoro.

Ipotesi di struttura dei Nuclei Alogeni

Come sa chi mi legge, ipotizzo che ciascun Monadic Cloud sia composto da un numero finito di monadi le quali, a loro volta e singolarmente, sono definite come la più piccola espressione di Coscienza possibile. Tale numero, sconosciuto in termini assoluti, trova tuttavia un gancio importante in Apocalisse 7, 4:8

4 Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d’Israele:    

5 dalla tribù di Giuda dodicimila; dalla tribù di Ruben dodicimila; dalla tribù di Gad dodicimila;               

6 dalla tribù di Aser dodicimila; dalla tribù di Nèftali dodicimila, dalla tribù di Manàsse dodicimila;

7 dalla tribù di Simeone dodicimila; dalla tribù di Levi dodicimila; dalla tribù di Issacar dodicimila;

8 dalla tribù di Zàbulon dodicimila; dalla tribù di Giuseppe dodicimila; dalla tribù di Beniamino dodicimila.

Infine, questo è l’unico dato sul quale possiamo basare qualsivoglia speculazione rispetto alla composizione della nostra Parte Immortale. Ossia, muoviamo dall’idea che l’estensore dell’Apocalisse (individuo d’indubbie capacità visionarie) in questo passo riporti un’informazione analogica avuta dal proprio NA e relativa alla composizione (ideale) del Monadic Cloud dell’essere umano. In sintesi, dodicimila monadi per dodici tribù che restituiscono un totale di 144000 monadi.

Ora e a mente di quanto già scritto sulla formazione dei NA, dovrebbe essere chiaro che:

  • Ogni tribù monadica corrisponde a una pulsione molto precisamente individuata dal passo biblico conosciuto come benedizioni di Giacobbe (Genesi 49, 50);
  • Ho definito ideale lo schema disegnato dall’estensore dell’Apocalisse giacché pare inevitabile che la natura stessa del meccanismo di formazione dei NA (incardinato sulla sofferenza), di fatto, renda assai improbabile una tale super-simmetria.

Tuttavia, per proporre la descrizione della struttura dei fenomenali oggetti che abbiamo denominato Nuclei Alogeni, farò riferimento a un ipotetico NA molto piccolo e super-simmetrico, poiché composto da 12 monadi per ciascuna delle 12 tribù (per un totale complessivo di 144 monadi). Non è importante che un tale NA possa essere realmente esistito, giacché il modello ci servirà al solo scopo di azzardarne la struttura interna. Altresì, per nulla rilevante sarà lo specifico tipo di pulsione generata dalla singola tribù, al punto che ne astrarremo semplicemente, limitandoci a individuare ciascun gruppo non dal nome della pulsione, bensì da un segnaposto (in specifico, la serie dei numeri cardinali da 1 a 12).

Molto bene, iniziamo introducendo il concetto di Triade Monadica (TM), ossia della più piccola unità operativa rinvenibile all’interno di un NA (in sostanza, se una monade può essere paragonata a un atomo, una TM sarà paragonabile a una molecola).

Ora, la congettura sull’esistenza di tali macchine (perché di questo si tratta) scaturisce dal c.d. principio autistico il quale determina un’incomunicabilità assoluta fra singole monadi. Principio che, tuttavia e come visto altrove, è vulnerato dalla sofferenza, ossia il vero motore della produzione di Consapevolezza. S’è visto che la spinta della sofferenza induce talune monadi a firmarsi vicendevolmente, al punto che quando una di esse torna nella materia in forza della chiamata (concepimento), tutte le quelle che ne condividono la firma torneranno con essa (a costituire, appunto, un Nucleo  Alogeno). Ora, immaginiamo che ogni TM sia strutturata nel seguente modo (ribadisco che, in questo caso, il numero 12 indica il segnaposto per la dodicesima tribù, quale che sia la pulsione che la caratterizza e che qui non interessa discutere):

NA_Struttura_Triade

Come potete vedere, le monadi sono tre (il primo dispari) sfasate di 120° le une rispetto alle altre e, al loro centro, è individuata una sfera nera la quale sta lì a simboleggiare il frutto del lavoro del Burattino: la Consapevolezza. Utile precisare che si tratta di un modello che soffre delle limitazioni descrittive di una mente tetradimensionale, qual è la nostra, rispetto a oggetti endecadimensionali quali sono le monadi. Tuttavia e paradossalmente, ciò appare del tutto irrilevante, considerato che s’è deciso di conferire comunque una forma a tali oggetti.

Ne consegue che se descriviamo la Triade Monadica come una macchina, ossia un apparato che compie un lavoro preciso (immagazzinare Consapevolezza), allora è di primario interesse che tale macchina offra un risultato ottimale in termini di rendimento. Appare, quindi, sensato che un tale obiettivo possa essere conseguito tramite la configurazione geometrica maggiormente ordinata (un po’ come avviene nelle molecole le quali hanno la maggiore stabilità  quando gli elettroni si trovano alla massima distanza tra di loro rispetto all’atomo centrale).

Molto bene, abbiamo la nostra macchina che, tuttavia, dobbiamo adattare all’ipotesi di lavoro proposta (12 monadi per 12 tribù). E possiamo farlo dividendo le 12 monadi di ciascuna tribù in 3 gruppi di 4 monadi ciascuno. Ovviamente si tratta di una scelta, almeno in parte, arbitraria giacché avremmo potuto dividere per 2, formando due gruppi di 6 monadi ciascuno … o per 4, con quattro gruppi da 3 monadi. Tuttavia, nessuna di queste due scelte avrebbe condotto alla forma che sarà più chiara fra poco poiché, nel primo caso, i due gruppi si sarebbero posizionati a 180° l’uno dall’altro (disegnando una linea diritta), mentre nel secondo a 90° (formando un quadrato). In sostanza e come vedremo, l’unica soluzione che consente di giungere a una struttura fortemente simile al DNA è la seguente:

NA_Struttura_Triade Monadica 2

Nessuna differenza con il modello presentato prima se non che, in questo caso, la TM sarà dotata di una forza pulsionale maggiore rispetto al modello con tre monadi (giusto per chiarezza e in base al principio dal quale muove questo lavoro, è il DNA che si modella in modo simile alla Triade Monadica).

Any way e in termini strettamente psichici:

  • Una Triade Monadica produce una pulsione l’intensità della quale è determinata dal numero di monadi che la compongono;
  • Questo pone il Burattino in una condizione di sofferenza poiché lo induce a generare un lavoro che riesca a soddisfare (o contrastare) quella pulsione;
  • Il lavoro del Burattino genera Consapevolezza che, al termine della sua esistenza fisica, sarà immagazzinata nei vari NA eventualmente presenti nel MC e, in specifico, nelle singole TM che li compongono.

Ora, però, vediamo come tali NA possono essere assemblati sulla base di quanto abbiamo premesso. Anzitutto e in omaggio all’esigenza di forme ordinate, ho usato il naturale avvicendamento fra numeri dispari e pari, in questo modo:

Se fate caso allo schema in Figura 3, la suddivisione in base a numeri cardinali permette l’individuazione di un ordine naturale espresso dall’alternanza fra numeri pari e dispari. In specifico, ciò che mi sono limitato a fare è stato rispettare la suddivisione già imposta ai singoli gruppi (12 / 3 = 4, ossia 4 monadi distribuite in 3 gruppi). In specifico, anche qui l’operazione è 144 / 3 = 48, ossia 48 monadi distribuite in 3 gruppi evidenziati dalle tre sfere nere (le quali realizzano una suddivisione conveniente giacché, se unite, le tre configurazioni risulterebbero totalmente sovrapposte). In questo modo, invece, diviene apprezzabile ciò che abbiamo definito super-simmetria. Sempre in Figura 3, ad esempio, ho evidenziato la sequenza 3-7-11 ed è facile vedere che, partendo dalla prima configurazione di sinistra, i cardinali “1”, “2”, “3” e “4” mostrano, nelle due successive, una progressione identica (+4).

Tuttavia, la cosa più interessante è che, riassemblando le tribù in due gruppi in base alla suddivisione fra cardinali pari e dispari, si ottengono due figure identiche, ma diversamente orientate:

In specifico, due serie di Triadi Monadiche concatenate: la prima (cardinali dispari) orientata verticalmente e la seconda (cardinali pari) orientata orizzontalmente. Serie che, come predetto, ricordano entrambe la struttura del DNA con l’unica, apparente differenza che, in luogo di due eliche, qui ce ne sono quattro. Differenza, peraltro e come ricorda l’immagine di copertina, per buona parte inesistente dal momento che, ormai, è certo che anche il DNA umano presenta anse a quattro eliche.

NOTA – Parliamo del c.d. I-motif DNA, struttura definitivamente confermata da ricercatori australiani nel 2018 e che, come già rilevato nell’articolo linkato in apertura, dota il DNA della capacità di modificare se stesso in base allo stato attuale del ciclo cellulare.

Ebbene, l’ultimo schema che vi propongo è un’ipotesi (non so quanto realistica, ma abbiamo già constatato che ciò non è punto rilevante) di struttura-base dei Nuclei Alogeni, ossia un conglomerato monadico, complesso e ordinato a quattro eliche:

Struttura che nasce dalla sovrapposizione grafica delle due serie indicate in Figura 4 e che , come potete vedere è aperta. Ciò comporta che i NA potrebbe avere una struttura modulare, tanto più potente quanto più estesa e, soprattutto coerente al proprio interno. Con ciò intendo significare che un insieme di questi moduli costituito, in ipotesi, da soli numeri 7 (in sostanza, da monadi appartenenti alla medesima tribù), diventerebbe inevitabilmente il motore di una pulsione del tutto impossibile da contrastare a livello conscio. E abbiamo già visto come, in realtà, tale pulsione possa essere, secondo i casi, sia di un bianco lucente, sia di un nero profondo.

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