Ego–Atanor

Athanor

Architettura

Atanor è un termine alchemico che indica un fornello a riverbero e a fuoco continuo, destinato a ricevere un recipiente nel quale andava posta la materia dalla quale trarre il Lapis Philosophorum. il termine è usato per la prima volta dal Raimondo Lullo (Elucidatio Testamenti R. Lulli) il quale lo fa derivare dal greco A-Thànatos (Α-Θάνατος) che, con l’alfa privativa, prende il significato di senza morte. Sul punto, taluni non concordano, sposando una lettura più strettamente filologica e in base alla quale il lemma deriverebbe dall’arabo at-tannūr (التنور). In realtà, anche l’ebraico tanur (בתנור) fa gioco poiché, come in arabo, significa semplicemente forno.

Personalmente e almeno su questo punto, concordo con Lullo ritenendo che Atanor indichi una macchina che, se usata in modo adeguato, permette di realizzare un Doppio Immortale. Del resto, è vero che il termine ha conosciuto ogni sorta d’evoluzione descrittiva e che non cade qui di riprendere in alcun modo. Per farla breve, dunque, sul Filo del Rasoio il termine Atanor è sinonimo sia di brain, sia di Sistema Nervoso Centrale (SNC).  E questo comporta che, sempre per il Filo, vale l’equazione:

Atanor = Brain (cervello fisico)

con la precisazione che:

Brain = Ego

e con la conseguenza che:

Ego = Atanor

Infine, un banale sillogismo per spiegare uno spiazzante sogno avuto la mattina del 25 aprile scorso (ore 01.30, proprio all’uscita dal primo sonno delta).

Sono insieme a un paio di persone che credevo amici. Facciamo cose ed è la prima volta, nel senso che nessuno di noi ha mai incontrato situazioni simili. Accade che, dopo una scelta ragionata, io mi muova in un certo modo e che, di conseguenza, sia in attesa di un certo risultato. Mantengo una descrizione astratta, giacché non ricordo i contenuti precisi che, del resto, non hanno alcuna rilevanza. Ciò che, viceversa, rileva è che, in modo del tutto improvviso, si accende davanti a me una luce abbagliante e, nel medesimo tempo, si scatena una risata feroce, selvaggia. Sia da chi sta dietro la luce, sia dai miei presunti amici. Stanno ridendo di me e io, all’istante, so che l’intera vicenda è stata preparata al solo scopo di farmi fare la figura dell’idiota. Tutti sapevano che era una trappola, meno io. Anche le cose, in apparenza del tutto casuali e relative alle situazioni che avevamo vissuto, erano state preparate da chi, ora, è nascosto dietro la luce. A quel punto mi sveglio e sperimento un improvviso e davvero strano mutamento d’umore giacché, dallo stato d’angoscia e smarrimento, transitando nello stato di veglia mi ritrovo a sorridere, del tutto consapevole. Penso ai parassiti, penso che devono essere davvero disperati se sono arrivati al punto di inscenare una simile pagliacciata. Tuttavia e rientrando nel sonno, in fase ipnagogica mi ritrovo nuovamente in quella scena assurda nella quale tutti ridono di me. E soffro. Di nuovo, torno lucido, rivedo la scena dal di fuori e torno a sorridere, ma il sonno incalza e rientro ancora nel “mood” onirico, ritrovandomi immerso nel dileggio … notte lunga, condita di altri sogni ma solo al risveglio definitivo ricordo ogni cosa e, per qualche profondo sentire, la storia dei parassiti non mi convince.

Come sa chi mi legge, sul Filo del Rasoio esiste un’architettura che, nel tempo, si è venuta affinando e che si picca di descrivere l’essere umano nella sua completezza in base al seguente schema:

  • Un Monadic Cloud (MC). Ente endecadimensionale, totalmente astratto e costituito da Coscienza Duale priva di Consapevolezza;
  • Una pluralità di Nuclei Alogeni (NA) che, come descritto più volte, sono definibili alla stregua di contenitori di Consapevolezza sopravvenuti, anch’essi endecadimensionali e, tuttavia, capaci di interazione mediata (tramite l’Io Osservatore) con il piano fisico;
  • Un Io Osservatore (IO). Istanza generata dal MC e che necessita di un contenitore (almeno) tetradimensionale per poter conseguire la modalità dell’essere e, di conseguenza, per poter produrre Consapevolezza;
  • Un Ego-Atanor. Costrutto olistico generato dal brain fisico e contenitore temporaneo dell’IO. È il vaso psichemico dentro il quale avviene la produzione della Consapevolezza a sua volta accumulata, sotto forma di memoria, nel Doppio Mnestico;
  • Un Doppio Mnestico (DM). Il luogo dove è immagazzinato il frutto della trasmutazione psichemica (la Consapevolezza) che avviene grazie al riscaldamento (sofferenza) dell’IO nell’Ego-Atanor.

All’incirca così:

Athanor
Figura 1: Essere umano

Opera

Ovviamente, motori dell’indispensabile solve et coagula sono rispettivamente Rosso e Latone (v. Teoria dei Campi Psichici) l’avvicendamento dei quali determina sia un riscaldamento (solve), sia un raffreddamento (coagula) della prima materia.

L’intera retorica della prima materia, ossia il punto dal quale partire per la realizzazione dell’Opera, nei secoli ha dato vita a una confabulazione infinita. E ciò è avvenuto poiché ciascun autore, nell’atto di descriverla, era inconsapevole vittima del proprio Ego. Da tale, tristissima condizione nacquero ogni sorta di deliri descrittivi sui quali semplicemente tacerò (chi fosse interessato, può trovarne qui un elenco esaustivo) giacché l’unico risultato concreto, con buona pace di Carl Gustav Jung, fu di rendere ogni scritto alchemico del tutto incomprensibile. È sin troppo evidente che, se non conosci il punto di partenza, non avrai mai modo di raggiungere qualsivoglia traguardo.

Ora, non dico cosa nuovissima (v. Psichimia) se ribadisco che tale prima materia è l’Io Osservatore ve sto a dì che se volete, potete … si tratta di sganciare l’IO dall’Ego-Atanor pur tenendolo all’interno al vaso psichemico giacché, come detto, l’IO non può esistere se non dentro un contenitore, quale che sia (brain fisico o Doppio Immortale). E questo si può fare solo ridendo della sofferenza, della follia e della morte, ossia praticando un Agguato sostenuto e inflessibile, poiché solo l’Agguato è capace di portare l’IO in posizione terza rispetto al proprio contenitore.

Ciò che non andrebbe dimenticato mai è che l’intera esistenza umana serve solamente a questo, giacché il vero e unico target del MC è giungere a una disidentificazione della propria istanza (IO) temporaneamente piazzata nel Burattino. E doesn’t matter se fino a ora non c’è mai riuscito, giacché da ogni esperimento il MC ha tratto comunque un vantaggio chiamato Consapevolezza la quale, in ogni esperimento successivo e tramite i vari Nuclei Alogeni, ha incrementato la GOC.

In definitiva, il presupposto dal quale è necessario muovere sempre consiste nel fatto, certamente atroce, che al Monadic Cloud dei propri Burattini non importi un fico secco, se non come teorica possibilità di realizzare il suo vero obiettivo. E il sogno sopra riportato lo descrive in modo trasparente poiché testimonia di come un’entità endecadimensionale costituisca qualcosa per la quale esistere contemporaneamente nel nostro passato, presente e futuro è solo più un gioco da ragazzi. È evidente che, da una simile posizione, un MC è in grado di calibrare al miliardesimo di grammo (e di secondo) il peso (e l’istante) della sofferenza che ciascun esperimento dovrà conoscere.

Accettare questo (cosa tutt’altro che facile giacché richiede un’umiltà che va ben oltre le possibilità umane) ci permette di comprendere a fondo e senza fraintendimento l’intero meccanismo psichemico.

C’è una Mescola (il nostro Campo Psichico) che è il risultato della fusione di Rosso e Latone e che determina il grado di riscaldamento dell’Ego-Atanor (il brain). Più la Mescola è arrossata, più la temperatura è elevata e maggiore è la sofferenza esperita. A ogni riscaldamento (solve) segue, quindi, un raffreddamento (coagula), in una sinergia che, ogni volta, lascia un IO leggermente diverso da quello precedente e, nel medesimo tempo, un Doppio Mnestico cresciuto in dimensione (è il c.d. processo di maturazione che la moderna tecnologia ha seriamente vulnerato, ma si tratta di un discorso già trattato altrove).

Any way, l’ho scritto più volte, ciò che determina il cambiamento della Mescola (oltre all’avvicendamento naturale dei due draghi) è l’eruzione emotiva la quale è scatenata dalle storie di vita che, come abbiamo visto, risultano minuziosamente predeterminate. Sì, sto affermando che l’idea di poter indirizzare la nostra vita come meglio crediamo è del tutto illusoria.

Attenzione, questo non significa elisione del libero arbitrio, giacché il medesimo non è mai riferito alla concretezza delle singole vicende vissute, bensì al modo con il quale l’IO reagisce ad esse. In altri termini, le storie di vita sono già scolpite nella pietra e, di conseguenza, assolutamente immutabili. Ciò che non è scritto è la possibilità che l’IO riconosca i treni emotivi come del tutto illusori arrivando, in tal modo, a posizionarsi in un punto terzo rispetto all’Ego-Atanor. Questo e solo questo, oltre a essere il vero target del MC di ciascuno, è ciò che possiamo realmente fare come guerrieri.

Proprio mentre sto scrivendo, un contatto mi invia questa splendida rappresentazione dell’IO dimentico di se stesso, all’interno dell’Ego-Atanor:

IO identificato
Figura2: IO

Una rappresentazione assai fedele del coacervo di emozioni negative che circondano e paralizzano l’IO: sospetto, rabbia, paura e, nella camera più interna, un bimbo spaventato e solo, stretto alle sue ginocchia. È l’Io Osservatore, inchiodato dalla paura in perenne posizione fetale poiché vi sono guardiani potenti che gli impediscono di alzarsi e camminare. Sono le macchine neurali costruite in lui dal processo educativo e dalle esperienze di vita. In modo maggiormente astratto:

Ego_Athanor
Figura 3: Burattino

La sfera più piccola, al centro, è l’Io Osservatore. Quella rossa, intermedia, è l’Ego-Atanor, mentre quella verde e più esterna è il prodotto del lavoro del vaso psichemico: la Consapevolezza. Ora, deve essere chiaro che ciò avviene in ogni essere umano (ovviamente, in misura diversa). Tuttavia, se qualsivoglia Ego-Atanor è descrivibile come un forno destinato a produrre Consapevolezza giacché cuoce (letteralmente) l’IO al fuoco della sofferenza, allora diviene evidente come la sofferenza stessa agisca come un meccanismo di autoregolazione del sistema. Ciò a motivo del fatto che, oltre un certo limite, la sofferenza spinge inevitabilmente l’individuo verso il proprio, specifico modo d’indulgere e questo sia al fine di farla cessare, sia di dimenticarla.

Ciò comporta, nella normalità dei casi, un Doppio Mnestico (DM) che, in fine vita, sarà come un frutto dolce e maturo, pronto per essere divorato dalla Parte Immortale. Viceversa, sempre in fine vita, l’IO sarà solo più uno straccio esausto, un volto rugoso e cupo, a sua volta pronto per tornare nel Nulla.

Per i guerrieri, tuttavia, le cose possono andare diversamente (uso la dubitativa giacché nessuno può sapere se un qualsiasi guerriero riuscirà nel cimento). Questo perché il guerriero sceglie deliberatamente e tramite l’Agguato, di ignorare la sofferenza. Lo fa ridendo spietatamente in faccia alla follia e alla morte e ciò, togliendo i freni alla macchina, comporta un risultato assolutamente sorprendente: la progressiva disidentificazione egoica dell’Io Osservatore. Tuttavia, si tratta di un percorso estremo giacché se, da una parte, è scandito dal ritmo imposto dal servo del Monadic Cloud, ossia la presenza interferente chiamata K, dall’altra deve fare i conti con il corpo fisico il quale, grazie alla sua enorme inerzia, spinge inesorabilmente l’Io Osservatore verso l’oblio.

Per questo servono un Agguato sostenuto e intento inflessibile.

9 Likes