Energia Oscura

Energia Oscura

Premessa

L’intento del presente lavoro è evidenziare come, in base alla descrizione proposta dal Filo, l’Energia Oscura altro non sia che la frazione di Campo Endecadimensionale che esprime il nostro universo. In riferimento, poi, alla definizione di campo come energia distribuita in senso quantitativo, proporrò un modello (ovviamente del tutto ipotetico) di tale distribuzione nel Multiverso. Infine, formulerò un’ipotesi che descriva, a mio avviso, l’unico possibile modo di redistribuzione dell’Energia a seguito dell’ipotetico, progressivo riassorbimento energetico delle fasce dimensionali da 1D a 10D.

La forma dell’universo

Grazie a uno studio dell’Università La Sapienza di Roma, pubblicato nel 2019, su Nature Astronomy da Eleonora Di Valentino, Joseph Silk e Alessandro Melchiorri (basato sui dati del satellite Planck dell’ESA), sembrerebbe che l’universo abbia molta più probabilità d’essere sferico, piuttosto che piatto. Di fatto, se sino a un attimo prima erano tutti straconvinti che l’universo fosse piatto, oggi le cose sono un tantino più nebulose al punto che la stessa Wikipedia non si sbilancia presentando le tre ipotesi attualmente in discussione: universo sferico, iperbolico e piatto:

Pubblico dominio, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=647033
Figura 1: Pubblico dominio, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid=647033

Personalmente, ritengo l’ipotesi sferica quella più sensata anche se, per il vero, la questione c’interessa solo in via incidentale. L’ho riportata al solo scopo di enfatizzare come, in questo momento, fra la costante di Hubble (che di costante non sembra avere alcunché) e la forma ballerina dell’universo, l’astrofisica versi in uno stato che è già stato definito di crisi cosmologica e che, con ogni probabilità, è destinato a complicare oltremodo le vite dei ricercatori durante gli anni a venire.

Come ho affermato, trovo l’ipotesi di un universo sferico più sensata delle altre, anche solo per una banale considerazione legata alle dimensioni di tale oggetto. Sia l’ipotesi piatta, sia quella iperbolica, infatti, portano immancabilmente chiunque scriva di tali questioni ad affermare l’infinità discendente da tali modelli. In tutta franchezza e su questo specifico punto, non è mai chiarissimo se, chi espone, distingua fra infinito e illimitato (Riemann). Nel prima caso, infatti, non si capisce come un oggetto che ha avuto un inizio (Big Bang) possa essere infinito. Viceversa, il concetto di illimitatezza allude in modo piuttosto chiaro alla capacità dell’universo di espandere per sempre (ma queste sono distinzioni eminentemente filosofiche che, forse, agli astrofisici poco interessano). Certo che poi e a un dato punto, l’universo in espansione illimitata dovrà fare i conti con la saturazione entropica e l’inevitabile raffreddamento assoluto dell’intero sistema, ma non ci complichiamo troppo la vita e torniamo al punto in discussione.

Campo Endecadimensionale e distribuzione dell’Energia Oscura

Rispetto all’affermazione appena formulata in relazione alla forma del nostro universo, ossia che ritengo più sensata quella sferica, per la costruzione multiversale propongo un modello (Figura 2) che espone una serie di strutture piane (con la sola eccezione dei livelli 11D, la creazione che contiene tutte le altre, e 0D, lo Zero Point Energy). In realtà, si tratta solo di un escamotage grafico giacché un modello composto da 2048 sfere sarebbe visivamente del tutto indecifrabile. Perciò, il modello è il seguente e va letto come se ciascuna ellisse fosse il settore di Campo Endecadimensionale il quale esprime il livello di Energia Oscura propria di ciascuna categoria dimensionale. In tale caso, la diversa colorazione (dal rosa al rosso scuro) simboleggia una crescente concentrazione di Energia e, di conseguenza e in accordo alle equazioni di Maxwell, di Materia:

Energia Oscura_Distribuzione
Figura 2: Energia Oscura – Distribuzione nel Multiverso

Ciò che dovrebbe essere chiaro è che la Creatura (o Multiverso che dir si voglia) costituisce un olismo dalle dimensioni difficilmente pensabili. Tuttavia, un olismo anch’esso finito e dotato di Coscienza. A ben guardare, quindi, è forse proprio la necessità di un tale olismo a disturbare così tanto alcuni fra i fisici e cosmologi che si confrontano con l’ipotesi multiversale. Costoro, infatti, affermano che non v’è alcun bisogno di una tale moltiplicazione di universi. Tuttavia, se chiedi loro chi decide se un tale bisogno sussista o meno, ti rispondono la fisica … o la matematica. Non rendendosi conto, a meno di non ammettere che fisica e matematica siano creature olistiche (sic!), che senza una Coscienza che descriva la fisica e la matematica, queste semplicemente non esistono. Perché è la Coscienza che crea la Materia e non viceversa.

Torniamo, però, al nostro Campo Endecadimensionale, ossia a una nomenclatura in tale caso più efficace di Panetwork (termine introdotto con Zero Point Energy) giacché quest’ultimo appare più adatto a descrivere il modo di muoversi delle informazioni all’interno del Multiverso. E noi, qui, non trattiamo di flussi d’informazioni, bensì di strategia auto-evolutiva del Multiverso.

La strategia auto-evolutiva del Multiverso

Se osservate il grafico proposto in Figura 2, dovrebbe apparire chiaro come, in base alla descrizione qui proposta, la distribuzione dell’Energia nel Multiverso dovrebbe essere massima nelle creazioni tetradimensionali, scemando viepiù man mano che ci si sposta attraverso i domini dimensionali sia superiori, sia inferiori.

Come ribadito più volte, quindi, una tale configurazione determina la massima concentrazione di Energia e, di conseguenza, di Materia proprio nella fascia 4D. E sappiamo tutti cosa significhi esistere a questo livello di densità materica. In 4D, per qualsiasi Coscienza individuata l’entropia corre veloce, il tempo concesso è breve e la sofferenza sperimentata è normalmente elevatissima. Talmente elevata che, spesso e volentieri, le singole esperienze toccano punte di sofferenza oltre le quali l’organismo biologico semplicemente si spezzerebbe (a volte, peraltro, facendolo come nel caso di individui suicidi).

Tuttavia e come descritto più volte in questo blog, la sofferenza crea Consapevolezza. Ebbene, proprio sulla base dello schema proposto affermo quanto segue: la sofferenza è il modo specifico tramite il quale la Coscienza Duale trasforma l’Energia (e, di conseguenza, la Materia) in Consapevolezza.

Ecco, questo è un fatto realmente spiazzante giacché porta inevitabilmente a ciò che altrove ho definito come il riassorbimento progressivo di tutte le categorie dimensionali (e dei relativi universi) sino alla definizione di un’unica Creatura Endecadimensionale non solo cosciente, ma anche totalmente consapevole. Trattasi, quindi e sempre in ipotesi, di un fenomeno di reale riassorbimento energetico (e materico).

Al punto che la GOC (ossia ciò che i Nuclei Alogeni hanno realizzato grazie all’esperienza sensibile delle pletore di Burattini succedutisi nel tempo) altro non sarebbe che un pattern destinato a diventare l’unico modello di strategia auto-evolutiva possibile all’interno del Multiverso tramite, appunto, il suddetto riassorbimento energetico e materico. Un modello che porterà la Creatura a realizzare, sul piano Multiversale, ciò che è stato fatto qui, a livello umano, tramite l’Agguato, ossia la trasformazione dell’Energia (e della Materia) in Consapevolezza. Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma.

Infine e forse, un tale modello sarà capace di realizzare quello Stato di Coscienza Terzo nel quale ogni cosa sarà, nello stesso tempo, totalmente comprensibile e perfettamente descrivibile. Di fatto, uno stato coscienziale privo di limiti sia descrittivi, sia conoscitivi grazie alla strategia auto-evolutiva appena descritta e destinata a realizzare un’unica Consapevolezza Endecadimensionale finalmente compiuta. Un unico Universo totalmente cosciente e dotato, grazie al riassorbimento energetico cennato, di un’impensabile consapevolezza, forse capace di svegliare qualsiasi altro Multiverso esistente, liberando all’istante l’intera Coscienza Creatrice dalla Danza Folle. E così, sempre forse, tutta questa mostruosa sofferenza potrà, alla fine, trovare senso e giustificazione.

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