Gli Elohim Sopravvissuti

Elohim Sopravvissuti

Premessa

Il presente lavoro è la prosecuzione logica del penultimo (La Guerra degli Elohim) e avanza un’ipotesi sul possibile numero (e sull’identità) degli Elohim sopravvissuti agli innumerevoli conflitti che si sono succeduti durante i millenni passati. Il tutto, quindi, muove dalla considerazione che i suddetti conflitti, taluni dei quali durati anche molto tempo (si pensi, ad esempio, alla guerra dei cent’anni), abbiano ridotto il numero degli Elohim rispetto al parziale elenco rinvenibile, ancorché in forma mediata, nell’antico testamento. L’ipotesi, quindi, riprende la tematica del ne resterà solo uno, già vista nel lavoro dal titolo Highlander – L’Ultimo Immortale, solo su scala diversa (quella dei Nuclei Alogeni, appunto).

Il lavoro, inoltre, si sviluppa sia grazie a una lettura di tipo piennellistico di alcuni dati di comune accesso e, in specifico, riguardanti le grandi religioni monoteiste e la dicotomia culturale fra oriente e occidente, sia facendo ricorso a entrambi i tipi di Codificazione visti in precedenza (Occulta e Manifesta).

I Sopravvissuti

L’articolo dal titolo Elohim cita, dall’antico testamento, un elenco dei medesimi (pur restando ignoto se trattasi di elenco esaustivo): Elyon, El Shadday, Yahweh, Kemosh (Baal Peor), Milkom, Qos, Ba’al Zebub, Nabu, Nergal. Ora e a parte il primo (Elyon), abbiamo definito tutti gli altri come Nuclei Alogeni di prima generazione (NApg) descrivendoli, altresì, come i protagonisti di una lunghissima serie di conflitti domestici (La Guerra degli Elohim).

Ebbene, a tale conflitto perenne sembrano essere sopravvissuti solo tre Elohim:

  • Yahweh – NApg occidentale;
  • Allah – NApg mediorientale;
  • Il Dragone (龍) – NApg orientale. Anche se qui vedremo come le cose potrebbero essere leggermente più complesse.

Nota – Escluso da questo elenco è il continente africano, ossia il luogo originario al quale, tuttavia, sarà forse dedicato un lavoro ad hoc, mentre la grande madre Russia, giacché di religione ortodossa è ricompresa (pur con qualche forzatura) nell’ambito dell’occidente. Infine, i NA precolombiani i quali, soprattutto con la c.d. Pachamama (la madre terra venerata dagli Inca recentemente portata in vaticano), sembrano conoscere una sorta di rinascimento. Anche per questi ultimi, rimando a un eventuale lavoro successivo.

Una prima notazione interessante riguarda la profonda diversità rinvenibile fra i primi due Elohim sopra elencati (Yahweh e Allah) e il terzo, al punto che, come descritto altrove, l’ipotesi che più mi convince è che oriente e occidente scaturiscano dall’incontro dei Sapiens con Chiavi Biologiche diverse. Ovviamente e sul punto, di certo c’è solo il dato relativo al numero di individui che popolano attualmente la Cina ma che, con ogni evidenza e almeno per me, sta lì a dimostrare che l’incontro dei Sapiens presenti in quei territori con le Chiavi avvenne prima che in ogni altra parte del globo (i Cinesi Han sono il più grande gruppo etnico del mondo costituendo, da soli, oltre il 92% della popolazione cinese e il 20.5% della popolazione mondiale). Altresì e considerata la profonda diversità della filosofia che anima quei popoli, anche l’ipotesi che si sia trattato di Chiavi diverse da quelle che originarono la civiltà occidentale appare realistica.

Altra notazione interessante riguarda i nomi dei tre NA. Di questi, infatti, solo Allah appare nuovo ossia e, almeno in apparenza, il risultato di un processo di fusione progressiva fra diversi Elohim che, tramite i loro Burattini e nel periodo riferito dall’antico testamento, abitavano le terre che andavano dall’Egitto alla Persia, passando per la Siria, l’Assiria, Babilonia, etc..

Ebbene, in una piccola parte di questo vasto spazio e secondo quanto si legge in Deuteronomio 32, 8, Elyon (padre di tutti gli Elohim) oltre a dividere le genti stabilendole nei vari territori e fissandone i confini, assegnò in eredità a Yahweh il territorio/parte di Giacobbe. Sappiamo, altresì, della ferocia con la quale Yahweh spingeva la tribù di Giacobbe in sempre nuove guerre di conquista. Guerre tutte rivolte contro i popoli discendenti dal comune patriarca Terach (in sostanza, loro cugini) e che Elyon aveva assegnato ad altri Elohim.

Tuttavia, Yahweh non sembra fosse il solo e, considerata l’ipotesi relativa alla genesi di Allah, nemmeno il più cattivo. Di certo, però, era il più ambizioso e, proprio per questa sua propensione a superarsi continuamente, non stupisce che la minuscola realtà geografica nella quale era confinato mettesse relativamente breve tempo a divenirgli asfittica.

Pare inevitabile, quindi, che una simile smania di conquista dovesse portare Yahweh non solo a lasciare quei luoghi, ma anche a cambiare se stesso. Questo è un tema centrale giacché descrive un mutamento profondo del NA di nome Yahweh. Mutamento che sembra avvenire proprio in virtù della vicenda cristica. Uso il condizionale poiché non abbiamo alcun modo di inferire se Cristo sia stato realmente un Burattino di Yahweh. Tuttavia, ciò che possiamo pensare, soprattutto per l’opera che svolse, è che Paolo di Tarso possa davvero essere stato uno dei Burattini di Yahweh.

Paolo, quindi e avendo probabilmente inteso che celando la brama di potere e dominio del suo NA sotto i panni di un amore talmente grande da sacrificare la vita di suo figlio, trasforma lo zelota rivoluzionario di nome Jesua nel figlio di dio. A quel punto, nessuno avrebbe più potuto mettere in dubbio lo status di infinitamente buono attribuito nei secoli successivi al dio cristiano. Yahweh, dunque, sfrutta le qualità proprie dell’ebreo ellenizzato con cittadinanza romana il quale porta (letteralmente) il suo NA fuori dal medio oriente e lo introduce in occidente. Il luogo dove Yahweh troverà le condizioni ideali nelle quali portare avanti il suo piano di conquista globale.

Una metamorfosi rinvenibile a principiare dal verso della scrittura che in occidente, a differenza della Palestina, procede da sinistra verso destra. Un dettaglio che potrebbe apparire di nessun conto e che, invece, descrive l’esistenza umana come movimento proiettato verso il futuro, laddove in medio oriente ancora oggi la scrittura procede da destra verso sinistra, illustrando un sguardo interiore costantemente rivolto al passato.

La scrittura occidentale destroversa, quindi, è perfettamente organica all’inversione psicodinamica del Nucleo Alogeno Yahweh rispetto al mondo asfittico rappresentato dall’ebraismo (il quale mantiene ancora oggi, insieme a tutto il mondo arabo, una scrittura sinistroversa). In occidente, infatti, Yahweh volge lo sguardo al futuro preparando quel che sarà il cammino verso l’odierna fine dei tempi. Non dimentichiamo che Paolo nasce a Tarso fra il 5 e il 10 d.c. e muore a Roma intorno al 65 d.c., mentre la redazione dell’Apocalisse di Giovanni è datata fra il 90 e il 96 del primo secolo. In sostanza, l’entrata di Yahweh nel mondo occidentale porta in sé i germi dell’intero percorso futuro. Germi talmente potenti che Giovanni (chiunque fosse costui) riesce a leggere con impressionante efficacia.

In riferimento, quindi, all’universo mediorientale, il millennio che precede la vicenda cristica e la conseguente migrazione di Yahweh è certamente complesso. Tuttavia, presenta un aspetto relativamente semplice che sembra adattarsi molto bene alla descrizione che sto proponendo. Mi riferisco alla divisione, soprattutto morfologica, fra parte più settentrionale dello scenario geografico (Egitto, Siria, Persia) e la penisola arabica, il luogo nel quale il NA superstite (o vittorioso che dir si voglia) darà vita al Burattino di nome Maometto.

Come se l’epilogo di un periodo denso di conflitti, di capovolgimenti di imperi e di grandi condottieri (Ciro, Alessandro, Dario per fare qualche nome) fosse sostanzialmente sfociato nel prevalere di uno degli Elohim rimasti nell’area (e nella scomparsa di tutti gli altri). Ovviamente, quale sia stato il vincitore fra quelli elencati sopra non è dato sapere, tuttavia ciò che è documentato è la nascita, nella città di La Mecca e intorno al 570, di Abū l-Qāsim Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn ʿAbd al-Muṭṭalib al-Hāshimī alias Maometto, fondatore dell’islam, religione definita abramitica giacché rivendica Abramo come parte della propria storia sacra. Altresì, è chiaro che tale NA anima il Burattino di nome Maometto e che, attraverso questi, comunica al mondo il suo nome: Allah (che, in arabo, significa semplicemente “dio”).

Allah, dunque, diverge profondamente da Yahweh giacché resta con lo sguardo rivolto al passato. Atteggiamento, questo, reso manifesto proprio dal moto sinistroverso della scrittura araba e che dà pieno conto dell’assetto feudale che domina ancora oggi quel mondo.

Se, quindi e stringendo, uniamo tutto ciò al fenomeno conosciuto come diaspora degli ebrei, definitivamente consumatasi con le due distruzioni del tempio di Gerusalemme da parte di Roma (70 e 135 d.c.), ciò che si profila, almeno in termini di stretta Codificazione Occulta, è che forse proprio la vicenda cristica determina una spaccatura profonda nell’Eggregora degli Elohim, tanto da determinare la nascita di due istanze psicodinamiche totalmente opposte: cristianismo e islamismo, appunto. E appare, altresì, verosimile come il secondo nasca quasi seicento anni dopo il primo avendo come radice un NA con uno sguardo ostinatamente rivolto al passato e, di conseguenza, assai lento e riottoso rispetto a qualsivoglia cambiamento dello status quo.

Ora, che questo possa essere attribuito alla specifica essenza delle Chiavi Biologiche usate in occidente (quasi certamente psilocibina, vedi Le Chiavi Biologiche) è, almeno per come la vedo io, assai probabile. In altre parole, tutto ciò sarebbe figlio del formidabile boost prodotto dalla psilocibina sulla prima Eva. Un impulso talmente potente da provocare in modo inevitabile, anche se più di trentamila anni dopo, la divaricazione insanabile sopra descritta. In sostanza e già in origine, a seguito dell’impulso generato dalle Chiavi le pulsioni fondamentali (Up e Down) tendono a dividersi o, se volete, a differenziarsi in modo assai marcato. Al punto che la prevalenza della pulsione Up genera il NA Yahweh, mentre quella Down genera gli altri Elohim (cosa, peraltro, già rinvenibile nel racconto biblico di Caino e Abele, il primo marcatamente Up e il secondo Down).

Ebbene, tale dicotomia sembra mancare del tutto in oriente dove, peraltro, la Chiave che ha agito rimane sconosciuta e nulla è dato sapere delle sue caratteristiche psicotrope. Ciò che appare, invece, evidente sono i suoi effetti e, in specifico, un tipo di filosofia e, di conseguenza, di società totalmente diversa da quella occidentale. E anche qui, il verso della scrittura (dall’alto verso il basso, almeno quella più antica) marca in modo impressionante tale profonda diversità.

Vorrei specificare che quando mi riferisco all’oriente non includo l’India che ritengo assai più simile al medio oriente, soprattutto nell’organizzazione feudale che ancora oggi la caratterizza. Così come dei distinguo sarebbero opportuni rispetto al sud-est asiatico, soprattutto e come premesso, rispetto alla figura del Dragone nelle sue varianti nipponica, coreana e thailandese. Tuttavia e a mente del piano sul quale intende operare il presente lavoro, nonché del fatto che sia in Cina, sia in Giappone così come nel sud-est asiatico il monoteismo resta concetto fondamentalmente sconosciuto, tratteremo il Dragone come figura comunque unificante rispetto alla religiosità di questa parte di mondo. E, in specifico, partiremo dal presupposto (del resto, evidente di per sé) che trattasi della figura centrale fra quelle generate dalla misteriosa Chiave Biologica che incontrarono i Sapiens in quelle terre.

Torniamo, quindi, al verso della scrittura cinese. Attualmente, la Cina ha adattato il verso di scrittura al modo occidentale ma, come detto, anticamente il verso era dall’alto verso il basso. Direi che già questo marca un equilibrio psicodinamico assai importante, giacché disegna una più profonda connessione con il presente. E questo perché, almeno dal mio punto di vista, la Chiave usata non ha mai costretto quei Sapiens a una scelta. Una scelta s’impone nel momento nel quale la condizione attuale non ci soddisfa o, peggio, è per noi fonte di sofferenza. Ebbene, in oriente questa scelta non sembra essersi posta perché quei popoli sono sempre stati bene dove si trovavano e mai hanno avuto la necessità di allontanarsi (nel passato o nel futuro) dallo spazio-tempo nel quale vivevano.

Potremmo definire questo come prodotto di capacità cognitive non inferiori, ma semplicemente diverse. E sarebbe corretto giacché è lo stesso modo di concepire il linguaggio tramite ideogrammi (simboli grafici che non rappresentano valori fonetici ma immagini o idee) a dircelo. In altre parole, la neocortex delle popolazioni che vivono in oriente funziona in modo diverso dalla nostra. E migliore se, come sembra, si apprestano a conquistare l’intero pianeta.

A parte questo, però, ciò che qui rileva è il Dragone, ossia il modello di Nucleo Alogeno che domina l’oriente dalle origini e che, come detto, scaturisce da una Chiave con ogni probabilità meno potente della psilocibina. Che significa questo? Sostanzialmente un boost meno intenso ma, proprio per questo, assai più stabile giacché, durante il periodo di veglia, non sigilla l’Io Osservatore nella cittadella dell’ipofisi ma lascia in qualche modo aperto un canale di comunicazione preferenziale fra l’IO stesso e il centro rettile. E proprio questo origina Nuclei Alogeni in foggia di Dragoni, giacché L’IO lavora con le immagini delle quali dispone. E quali possono essere le uniche immagini disponibili al centro rettile se non quelle che risalgono all’era della dominazione dei sauri? Se a ciò, quindi, aggiungiamo la velocità di funzionamento del centro rettile (incommensurabilmente superiore a quella degli altri due), pare altresì conseguente il fatto che tali immagini s’impongano nella progressiva edificazione dei Nuclei Alogeni locali.

Oltre a ciò, la maggiore stabilità comporta la quasi totale assenza di pulsioni alienanti (nel senso proprio di forze che spingono l’IO fuori da se stesso … nel passato o nel futuro, giustappunto) e, di conseguenza, la generazione di un verso di scrittura che tiene semplicemente il centro dell’essere come riferimento certo e costante.

Vero è che, ormai, la forza corrosiva della visione occidentale ha da tempo preso a intaccare l’oriente. A parte il Giappone, piegato fulmineamente dalla devastazione portata dalle esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki, nonché il sud-est asiatico velocemente corrotto, oltre che dal denaro, negli ultimi trent’anni anche dal turismo sessuale praticato da molti occidentali, la Cina è il mastodonte che ha offerto (e offre) comunque la maggiore resistenza a questa occidentalizzazione sfrenata.

A parte queste considerazioni di ordine sociologico, però, il tema del Dragone come terzo grande protagonista della fine dei tempi rimane centrale. Anche perché in tutto questo e, soprattutto in riferimento al tema espresso dalla locuzione ne resterà solo uno, non abbiamo considerato l’unico NA di seconda generazione e che, paradossalmente, è colui che ha generato quasi tutti i NA di prima generazione, ossia Elyon.

Ne resterà solo uno

Come muore un Elohim? E muoiono, questo è certo. Il Salmo 82, 6:7 sul punto non lascia adito a interpretazioni di sorta:

6 Io ho detto: “Voi siete dèi, siete tutti figli di Elyon”.

7 Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti.

A tale proposito è bene ricordare che stiamo analizzando gli unici oggetti permanenti dell’intera Dualità. Ossia coaguli monadici carichi della Consapevolezza distillata da tutti i Burattini succedutisi nel tempo. Oggetti che attraversano il tempo, ma che, non possedendo la modalità dell’essere, possono muoversi nello spazio solo grazie a una struttura specifica che prende il nome di Monadic Cloud, l’unica in grado di avere Burattini propri. Questo perché un NA, per quanto esteso, non può avere il numero di monadi necessario a costituire un singolo individuo. Se le avesse, sarebbe un MC e, a quel punto, l’edificazione di un Doppio Immortale da parte del Burattino di turno sarebbe un fatto immediato.

Tuttavia, il problema posto rimane: come muore un Elohim? In specifico, come sono morti gli Elohim nominati dai testi biblici considerando che nessun Burattino può uccidere un Nucleo Alogeno?

Un NA viene meno solamente qualora la forza che lo tiene insieme svanisce e ciò può accadere solo se è il Nucleo Alogeno a terminare se stesso, oppure se è terminato da un altro NA. In tal caso, il coagulo monadico si sgrana e la relativa Consapevolezza si divide fra le singole monadi, oppure è assorbita dal NA superstite.

Ebbene, cosa potrebbe accadere se, ad esempio, Yahweh fosse terminato? Yahweh è descritto come portatore di una pulsione di dominio e potere che lo ha condotto, attraverso i suoi Burattini, alla dominazione dell’intero occidente. Lo scenario, dunque, è il più folle e imprevedibile che si possa immaginare giacché gli attuali Burattini, lungi dal morire con il Nucleo Alogeno, continuerebbero a vivere in forza dell’esistenza del Monadic Cloud. In effetti, è impossibile avanzare ipotesi sul nuovo individuo scaturente dalla morte di un NA. Tuttavia, la follia potrebbe essere la soluzione più probabile.

Immaginate l’attuale piramide del potere (proprio quella stampigliata sulle monete da un dollaro), una struttura gerarchica che ha al proprio vertice un ristretto gruppo di individui, tutti Burattini di Yahweh, i quali improvvisamente perdono il senno, ma non come potrebbe accadere a uno schizofrenico che semplicemente cessa di esistere come individuo unico, bensì come a uno psicopatico che abbia perduto completamente la fonte del proprio potere, ossia l’invincibile pulsione al dominio che proveniva da un padrone che non esiste più.

Considerate ora l’effetto in cascata che una simile evenienza sarebbe capace di scatenare grazie alla fine del formidabile flusso ipnotico che, grazie a Yahweh, quella stessa piramide ha prodotto da sempre. In una sola parola: caos.

In modo più articolato, tutto ciò potrebbe significare la fine dell’umanità giacché, a quel punto e senza più riferimenti assoluti, nessuno può prevedere a quale livello di follia si spingerebbe il genere umano.

In effetti, lo saprete solo quando accadrà.

Ovviamente, ciò vale tanto per Yahweh quanto per gli altri due Elohim. Tuttavia, resta l’ultima questione: chi potrebbe fare questo? E chi se non colui che li ha creati?

 

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