Il Doppio di Gaia

Il Doppio di Gaia

Incipit

E nacque dunque il Càos primissimo e, dopo, Gaia

dall’ampio seno, sede perenne, sicura di tutti

gli Dei ch’ànno in possesso le cime nevose d’Olimpo

Così, nella Teogonia, Esiodo narra come, dopo Caos (Χάος), sorse Gaia (Γαῖα) l’immortale. Ed è propriamente l’immortalità di Gaia il concetto alla base del presente lavoro. Un concetto che Esiodo espone in modo talmente semplice e diretto da renderlo addirittura assiomatico.

Ovviamente, il problema sta sempre e comunque nel dato di fatto che qualsivoglia sistema fisico è destinato a morire. Tuttavia, quando Esiodo descrive la sede perenne, sicura di tutti gli Dei, con ogni evidenza non riferisce di una realtà fisica, poiché appare conseguente come la casa degli dei non possa che appartenere a un piano diverso da quello fisico.

Il punto fissato da Esiodo, quindi, è l’immortalità di Gaia e, atteso che nessun sistema fisico può essere immortale, vien da sé che il pianeta che ci ospita debba avere un Doppio. Ora, sulla natura di tale Doppio le ipotesi potrebbero essere più d’una, tuttavia e immediatamente vi è una domanda che, almeno per quel che mi riguarda, si pone con forza: se Gaia ha un Doppio, perché ogni altro oggetto del sistema solare non dovrebbe condividere un simile destino? La risposta più semplice potrebbe essere che solo i pianeti che ospitino la vita possono svilupparne uno. L’uso del condizionale pare obbligato dato che la materia che costituisce qualsiasi Doppio è la Consapevolezza e che quest’ultima è prodotta in modo esclusivo dalla neocorteccia (terzo cervello). Parerrebbe, quindi, che solo i pianeti che ospitino creature a tre cervelli possano sviluppare un proprio Doppio.

Tuttavia, la domanda successiva potrebbe essere la seguente: in quale modo Gaia ha sviluppato un proprio Doppio se manca di un terzo cervello? E se la Consapevolezza necessaria gliel’avessimo conferita noi? In realtà, non tanto noi, quanto i Nuclei Alogeni. In effetti, l’idea sembra avere senso. I Nuclei Alogeni, infatti, si nutrono di Consapevolezza. Sappiamo, inoltre, che i NA di seconda generazione hanno un piano che, almeno a medio termine, prevede la realizzazione, grazie a uno dei propri Burattini, di un Doppio Immortale che possegga ciò che a loro manca, ossia la modalità dell’essere. Abbiamo definito ciò come la realizzazione di un Immortale. E se, dunque, queste sono le premesse pare logico inferire che oggetti così potenti e determinati abbiano previsto l’edificazione di una casa capace di ospitare gli Immortali. E come fare questo se non cedendo al pianeta una parte del loro cibo in occasione della morte di ogni singolo Burattino?

In sostanza, l’ipotesi di lavoro è che il Doppio di Gaia sia stata una realizzazione dei Nuclei Alogeni di seconda generazione. Esiodo non sapeva questo. Sapeva solo che Gaia non può morire.

Il parto di Gaia

Ho affermato che il Doppio di Gaia può essere stata una realizzazione dei NAsg e, usando il passato prossimo, ho inteso significare che trattasi comunque di un lavoro concluso. Di più, giacché sembra che il Doppio di Gaia sia già in atto di lasciare il pianeta fisico, mettendo un tempo relativamente breve a staccarsene completamente. Il tutto al fine di diventare, giustappunto la casa che accoglierà gli Immortali, ossia un globo di pura Consapevolezza che riprodurrà in modo fedele sia gli oceani, sia le terre emerse di Gaia.

Descrissi l’intero fenomeno nel mese di aprile 2016, in occasione della pubblicazione del primo lavoro relativo alla c. d. Saga degli Immortali. Tuttavia, mai avrei pensato che la descrizione che stavo proponendo si sarebbe potuta rivelare così precisa solo quattro anni dopo. Di seguito un frammento del primo articolo della saga (Gli Immortali):

Tutto iniziò come se l’antica certezza della solidità dell’esistenza fosse improvvisamente venuta a mancare. All’inizio, nessuno comprese quanto stava accadendo, ma per tutti divenne percepibile l’abisso. Uscivi per strada e vedevi la paura negli occhi delle persone. Uno sgomento senza nome, un turbamento profondo e al quale nessuno riusciva a sottrarsi.

I vecchi, soprattutto, mostravano la difficoltà più grande. Gli occhi spalancati, camminavano senza meta, guardandoti senza vederti. Qualcosa di profondo e di antico si era spezzato, il fondamento che sino a poco prima aveva sostenuto la vita, ora sembrava essere scomparso. Come se quell’oceano d’infinite possibilità che, con la sua risacca inesauribile, aveva da sempre giustificato ogni cosa ripulendo la battigia dagli errori, dalle incomprensioni, dalle violenze, dai cadaveri generati dall’umano agire, non ci fosse più e ora l’umanità fosse completamente sola.

In brevissimo tempo, ogni cosa precipitò nel caos. Inutilmente, i media cercarono di fare il lavoro di sempre poiché, qualsiasi tentativo di indurre un senso di sicurezza nelle persone, non riusciva a ottenere alcun effetto. Anzi, le pletore di esperti che si avvicendavano nelle trasmissioni televisive, proponendo le spiegazioni più disparate, non facevano che aumentare il senso di disperazione e scoramento.

Questo fu l’inizio e fu tale per ogni vivente.

Il lavoro prosegue descrivendo il parto di Gaia percepito come una strana nebbia che compare pur senza alcuna traccia di umidità nell’aria e che permane a prescindere dalle condizioni meteorologiche. In realtà, la nebbia descrive come gli individui percepiscono il Doppio in atto di staccarsi dal pianeta. Anche questa descrizione sarà rispettata? We’ll see, per il momento ciò che m’interessa è rimarcare l’assoluta aderenza di quanto sopra riportato con ciò che è principiato nel marzo del 2020 e che continua con maggiore forza anche in questo inizio 2021. La certezza della solidità dell’esistenza che viene meno, la paura negli occhi delle persone, lo sgomento senza nome e il turbamento profondo che prende ogni vivente.

Tuttavia e diversamente dalla previsione che sottintende il generale scoramento come conseguenza dell’iniziando travaglio di Gaia, qui il motivo è diverso, concretandosi nella comparsa di un virus, a mio avviso di matrice artificiale (ma quand’anche non lo fosse, cambierebbe poco), il quale sembra porsi come trigger per l’intero processo.

Questo è interessante poiché, se fosse vero, comporterebbe il fatto che proprio quella parte di umanità dominata da un’indomabile compulsione al potere e alla predazione si stia ponendo come reale innesco del parto di Gaia che, fuor di metafora, può essere efficacemente descritto come l’azione corale di tutti i NAsg i quali, in realtà, erano in attesa proprio e solo di tutto questo per scatenare la rottura delle acque. Cosa, peraltro, non in contraddizione con la presupposta mancanza (nei NA) della modalità dell’essere, considerato che questa è riferita esclusivamente alla realtà fisica.

Sotto un tale profilo, infatti, i NAsg possono essere descritti sia come i creatori, sia come i manipolatori del Doppio di Gaia. Tuttavia, se questo può avere un senso, quali potrebbero essere le conseguenze del travaglio, a parte la nascita della Casa degli Immortali? Ebbene, quale destino può attendere un corpo che perda improvvisamente la propria memoria? La follia, mi pare chiaro. E cos’è la follia se non assenza di qualsiasi armonia? Ne consegue che, con ogni probabilità, ha ragione l’amico White Cloud:

Essere guerrieri ha dei risvolti imprevedibili anche sull’universo che muore. Infatti, secondo me, quell’universo muore per il guerriero, ma continua ad esistere per gli imbecilli. Tra un mondo che nasce e un mondo che muore non ci può essere conflitto, ognuno prende la sua strada.

Non avrei potuto descriverlo meglio … un mondo folle, destinato a sostenere un’umanità altrettanto folle in conflitto totale, destinata a divorare se stessa sino all’ultimo Burattino esistente.

Stay in tune with yourself, at least while you have time.

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