Pela e Frida

Trovants 1

Chi ha letto Nuclei Alogeni di Specie e di Dominio saprà che ho due gattine, una nera e una rossa: Pela di 12 anni (nel pezzo linkato, ho scritto erroneamente otto perché, come sa chi mi conosce, me scordo le cose) e Frida di 3 anni. Ebbene poco fa, queste due creature mi hanno donato un prezioso frammento di conoscenza che, a loro esclusivo elogio, voglio ora condividere.

Dovete sapere che, davanti casa mia, esiste uno spazio verde, cintato, sul quale insiste un prato e dentro al quale, periodicamente, finiscono abbandonati piccoli animali, perlopiù cani e gatti. Nel tempo, diverse volte mi sono permesso di accedere al suddetto spazio al fine di recuperare tali creature e, a volte, come nel caso di Pela, di tenerle con me.

Ora, dovete sapere che la gattina in discorso ha passato un giorno e una notte, miagolando disperatamente all’interno di tale spazio. Di fatto, si tratta di una gattina molto seriamente traumatizzata e che, quando si trova nella pur minima difficoltà, non riesce a fare altro che miagolare in attesa che qualcuno la tragga dalle peste. Per darvi la misura di quanto questa micia sia stata compromessa da quell’evento, posso dire che ho due balconi, su ciascuno dei quali affacciano tre porte e una finestra. Ora, se Pela esce da una delle porte e questa viene chiusa, la gatta, non riuscendo a rientrare nell’appartamento e nonostante le altre porte o finestre siano aperte, continua a miagolare sino a che uno di noi non le apre quella porta. Sino a questo punto, in effetti, agisce il trauma subito a pochi giorni di vita.

Molto bene, veniamo a oggi. Stavamo pranzando in salotto e Pela era assisa sul davanzale della finestra (aperta) proprio accanto alla tavola da pranzo. Di seguito, la gatta scende dal davanzale, percorre il salotto sino alla porta di uscita e la imbocca. Quindi, mia moglie si alza, chiude la porta del salotto e se ne va al piano di sopra, mentre io resto seduto al tavolo per godermi della frutta e del vino bianco. Tempo qualche minuto e sento Pela miagolare.

Consapevole del disagio della gattina, le rifaccio il verso, miagolando a mia volta e dicendole a parole: “forza piccola, la finestra è aperta, passa di qua … “. Ebbene, a quel punto accade una cosa sorprendente giacché divengo consapevole di come il mio gesto sia sovrapponibile in toto al modo con il quale un Nucleo Alogeno di seconda generazione parla al proprio Io Osservatore (in stato di identificazione egoica).

Stavo cercando di trasmettere un’informazione, almeno dal mio punto di vista, davvero semplice alla mia gattina la quale, ovviamente, non capiva poiché, per farlo, avrebbe dovuto tradurre un dato racchiuso dentro a un linguaggio a lei sconosciuto.

La medesima cosa accade a noi dinanzi alle informazioni che ci arrivano dalla nostra Parte Immortale. Questa ci parla in continuazione senza che, peraltro, noi possiamo comprenderla. Tuttavia, l’unica cosa che impedisce tale comprensione è la paura che il nostro Ego nutre verso il Monadic Cloud. Similmente per la mia gatta, giacché ciò che le impediva (e le ha impedito) di decrittare l’informazione che le stavo fornendo è stata la paura derivante dal trauma estremo vissuto durante i primi giorni di vita.

Di nessuna rilevanza, in proposito, la diversa genesi della paura giacché, una volta scatenata, questa sfocia inevitabilmente in una reazione rettile, variamente classificabile come attacco, fuga o freezing. Quale che sia la forma, però, il risultato a livello cognitivo rimane lo stesso. E così, se la paura generata dal trauma per un verso impedisce alla mia gattina di rendersi conto della realtà spaziale (cosa davvero impensabile per un felino), per l’altro la stessa paura generata da un Ego ipertrofico rende incapace Tizio di decrittare in modo lineare e corretto le istanze (pulsioni) che provengono dal profondo.

Quel che, tuttavia, mi ha lasciato letteralmente di stucco è stata da una parte la consapevolezza per la potenza e la trasparenza del messaggio che avevo decrittato e, dall’altra, l’evidenza che se fossi stato preda della paura mai sarei riuscito a comprenderne l’essenza.

Piccola nota conclusiva: forse non è un caso che, poco prima della scadenza del termine che avevo deciso di concedere a Pela per venire a capo dell’enigma, sul davanzale della finestra sia comparsa la piccola Frida. Priva di paure, la gattina rossa, presente alla scena, non solo ha decrittato nitidamente l’informazione ma, forse, ha voluto indicare alla sorella la via per uscire dall’empasse.

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