La Furia

Orca

La furia ha bussato alla porta del mondo e il segno di ciò è stato portato dalle orche che, solitarie o in branco e al largo delle coste di Spagna e Portogallo, sembrano avere iniziato ad attaccare natanti di varia grandezza. La notizia (13/09/2020) è riportata da ANSA che riferisce dei sempre più frequenti attacchi di questi cetacei odontoceti contro numerose imbarcazioni in transito davanti a quelle coste. Di seguito, un frammento dell’articolo:

Negli ultimi due mesi questi grandi mammiferi hanno preso di mira barche a vela e a motore da diporto, provocando anche danni gravi e, in almeno un caso, ferendo un membro di un equipaggio.
L’ultimo attacco risale a venerdì scorso, davanti a La Coruña, una cittadina spagnola che si affaccia sulla costa settentrionale del Paese: un’orca si è scagliata almeno 15 volte contro la poppa di una barca di 11 metri che si dirigeva verso il Regno Unito. La barca ha perso il timone e ha dovuto essere rimorchiata nel porto più vicino.Sempre venerdì scorso è stata segnalata via radio la presenza di orche a circa 120 km a sud di La Coruña, vicino a Vigo, nella stessa zona in cui lo scorso 30 agosto erano state attaccate – e danneggiate – una barca battente bandiera francese e una spagnola che si stava recando ad una regata.

Ovviamente, gli etologi sono disorientati … un po’ come quando videro, per la prima volta, le immagini registrate di una foca leopardo (Hydrurga leptonyx) che stuprava un povero esemplare di pinguino reale (Aptenodytes patagonicus), proprio nel mezzo della sua colonia. O, altresì, quando perplessi osservano il bradipo (Bradypus variegatus) scendere dal suo albero per defecare. Non comprendono, gli etologi. Non possono giacché frenati da limiti gnoseologici ed epistemologici del tutto insuperabili: gli animali non hanno coscienza, tantomeno consapevolezza. Come potrebbero operare scelte che si pongono fuori da una logica strettamente adattiva?

Già. Tuttavia, se questo è il problema degli etologi, immaginate quali possono essere i limiti gnoseologici ed epistemologici di un banchiere centrale, di un capo di stato, di un industriale, di un manager, di un impiegato, di un precario o di Zì Teresa che, oltre la caponata, la pasta fritta e un altro paio di cose private, per la testa altro non ha (non conosco alcuna Zì Teresa, eh … è nome di fantasia 😀 ).

In verità, pensavo di avere soprasseduto alla notizia delle orche assassine anche perché, in effetti, assomigliava troppo a un unico indizio (che, com’è noto, non prova alcunché). Tuttavia, proprio ieri sera mi è capitato d’imbattermi in un interessante video sul tubo. Ovviamente, non farò nomi. Dirò solo che il video era una disamina dell’accordo che, proprio ieri, USA, Israele ed Emirati Arabi hanno esteso al Barhain. Si tratta dei c.d. Accordi di Abramo risalenti, nella loro prima stesura, al 2018 e che hanno previsto anzitutto un contributo a fondo perduto, da parte USA verso Israele, pari a 38 miliardi di dollari. La donazione è passata al senato americano con 72 cofirmatari (su 100 membri) e alla camera con 300 cofirmatari (su 435 membri). Accordi nominalmente tesi alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche in cambio della sospensione dell’annessione della Cisgiordania e che hanno riguardato, sul lato geopolitico, un accordo di pace fra Israele e Emirati Arabi. Ebbene, ieri in tale accordo è entrato anche il Bahrain e le parole di Trump sono state le seguenti:

Insieme questi accordi saranno la base per la pace nella regione. Siamo qui per cambiare il corso della storia, è l’alba del nuovo Medio Oriente

Lo ha detto Trump dal balcone della Casa Bianca dove si è mostrato con Benjamin Netanyahu, e i ministri degli Esteri degli Emirati e del Bahrain.

Ora e per tornare a quanto cennato sopra, mi vedo il video apprezzando l’analisi dello youtouber il quale espone in modo semplice tre elementi fondamentali dell’intera faccenda sottesa agli Accordi di Abramo e, in specifico, a quest’ultima loro evoluzione:

  • L’inevitabile, futuro ruolo di traino del Bahrain verso gli altri stati del golfo non ancora entrati nell’accordo;
  • La formidabile forza che una tale unione geopolitica eserciterà per la creazione di un bacino che unisce uno dei poli energetici più grandi al mondo (dopo il Venezuela), unitamente all’indescrivibile disponibilità finanziaria degli sceicchi, nonché alla potenza nucleare di Israele (unico stato al mondo a non aver mai firmato il patto di non proliferazione nucleare);
  • Il tutto con gli USA posizionati immediatamente dietro questa formidabile linea di fuoco;

Ecco, il punto è che il bravo youtuber concludeva con una nota, ancorché amara, decisamente soft, sostenendo che tutto ciò avrebbe non aumentato la pace, bensì la belligeranza nel mondo. E niente, non ce l’ho fatta a farmi gli affari miei e ho commentato che, oltre a concordare in ogni aspetto con l’analisi proposta, il mio sentire parlava in modo assai diretto di Guerra Totale.

Sì, perché appare sin troppo evidente che il vero, unico obiettivo degli USA per portare a definitivo completamento il completo controllo in Medio Oriente è la distruzione dell’Iran e, tramite questa, l’eliminazione (fisica, s’intende) dell’intera parte sciita dell’islam.

Il problema è che una guerra all’Iran non potrà che chiamare in causa sia la Russia (con i componenti del Eurasian Economic Union) e, considerate le premesse attuali che vedono un guerra fredda in atto, necessariamente anche la Cina. Con noi, ovviamente, nel mezzo.

Ebbene, appena inviato il commento il video è diventato privato … strano. Attendo qualche minuto e il video torna, senza il mio commento.

Irrilevante? Può darsi, non dico di no. Tuttavia, ciò che ho percepito è stata la paura di quest’uomo. E, immediatamente, ho ricordato la civil war americana, la distopia pandemica e la mostruosa accelerazione conferita alla macchina globalista da coloro che la manovrano, con ogni probabilità, consapevoli che deve essere ora oppure non sarà mai più. E mi sono tornate in mente le orche e la furia alla quale, come trigger fatale, sembrano avere dato la stura.

Concludo così questa breve nota: uajò, statev accuort!.

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